Honoruku, la strana Auto che è pronta ad un record pazzesco: la particolarità è davvero unica, davvero incredibile
Emirates Team New Zealand è una squadra neozelandese di vela ed è uno dei Team che partecipa alla Coppa America, la manifestazione più importante per quanto riguarda la vela ma anche il trofeo più antico del mondo.
L’acqua è quindi l’elemento naturale per i neozelandesi, perfettamente in linea con la conformazione dello Stato, un arcipelago nel Pacifico meridionale. Eppure la squadra è pronta a lanciarsi in un record che nulla ha a che fare con acqua e mare, ma solo con il vento, pur sempre elemento fondamentale nella vela.
L’Emirates Team New Zealand, con la sponsorizzazione di Toyota GR, è infatti pronto ad andare oltre i 200 km/h con un’auto spinta solo ed unicamente dal vento. Tanti i test realizzati allo scopo di acquisire il maggior numero di dati possibile sulle diverse condizioni climatiche ma anche su lunghezza ideale del veicolo, sull’assetto delle ruote e sul peso.
Horonuku, così si chiama l’imbarcazione, è stata costruita ed assemblata con grande scrupolo, seguendo dettami rigidi imposti da una grande quantità di variabili e con la possibilità di poter effettuare modifiche al veicolo per variare le prestazioni dello stesso.
A tal riguardo, Sean Regan, Shore Crew Manager del team Project Speed, ha svelato di test dopo modifiche allo sterzo in grado di regalare dei migliorament per quanto riguarda il controllo. Ha anche annunciato come il Team è in procinto di operare una modifica ancora più invasiva.
“L’imbarcazione sarà accorciata così come cambiata la distanza tra il centro di sforzo e le ruote posteriori“. Insomma, un vero e proprio taglio. “Possiamo spostare di un metro le ruote in avanti sul posteriore, dovremo provare e capire prima di partire per l’Australia perché è un grande cambiamento che riguarda l’equilibrio” ha ammesso.
Glenn Ashby, colui chiamato a pilotare il veicolo a caccia del record, si è espresso in toni positivi sull’equilibrio dello scafo. “C’è stato un miglioramento netto, con questa configurazione è bilanciaa bene – ha spiegato – il centro di resistenza laterale e quello di massa sono vicini ed è stato spostato il centro di sforzo. Un po’ come spostare verso poppa la deriva di una barca” ha proseguito con un esempio.
L’obiettivo è chiaro. “Più carico alle ruote posteriori anziché alla anteriore, una diversa strada rispetto alla precedente e vedere il carico ottenibile dagli pneumatici psteriori sarà interessante” ha concluso. Nel video pubblicato, si vede Honoruku in azione, nella sua forma davvero caratteristica.
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