Marc Marquez ha un’esplicita richiesta per i costruttori: lo spettacolo della MotoGP, a suo dire, rischia di perderci tanto.
Marc Marquez arriva al Mugello con diverse novità tecniche per la sua Honda RCV. Il motore resta congelato come da regolamento, ma dal Giappone arrivano importanti aggiornamenti in termini di telaio, ciclistica e geometria della moto. C’è fiducia nel box HRC, la consapevolezza che presto si arriverà a ritrovare la strada che porta al podio.
Tra Mugello e il Montmelò vedremo una moto abbastanza diversa e che consenta a Marc Marquez di ritrovare il giusto feeling con la moto, che è andato perso durante l’evoluzione invernale, quando l’attenzione è stata puntata principalmente alla ricerca del maggior grip al posteriore. L’otto volte iridato ha ribadito ancora una volta che la Casa nipponica continua a lavorare giorno e notte per migliorare le prestazioni del prototipo 2022. Parte dell’attenzione è anche rivolta al modello 2023, segno che in HRC si pensa già al prossimo anno.
Al termine del Gran Premio di Le Mans Marc Marquez aveva detto che le idee ai box erano finite, dal Giappone sono subito arrivate delle nuove componenti. Un lavoro che proseguirà anche nel test in Catalunya previsto per lunedì 6 giugno. “Non posso assolutamente incolpare la Honda perché sta lavorando, danno il cento per cento e le cose stanno arrivando“. Si ricercano diversi equilibri e rigidità che possano aiutare in percorrenza a centro curva, dove la RCV ancora langue rispetto alle rivali.
Ma ancora una volta il fenomeno di Cervera punta il dito contro l’eccessiva tecnologia che pervade la MotoGP, specie in termini di aerodinamica e dispositivi holeshot. “Si continua ad andare nella direzione in cui la moto è sempre più importante e il pilota lo è meno“, ha spiegato il fuoriclasse della Honda. “Da pilota, mi piacciono le gare in gruppo, le gare con i sorpassi e anche lo spettatore si diverte molto di più… Adesso è molto difficile sorpassare“.
Per il fenomeno di Cervera la soluzione sarebbe limitare alcuni elementi come l’aerodinamica o i dispositivi holeshot, ma non necessariamente eliminarli per questioni di utilità e soprattutto di sicurezza. “L’aerodinamica serve, anche il dispositivo al posteriore, ma bisogna arrivare ad un compromesso di sicurezza e vedere che direzione prendere… Siamo ancora in tempo per ritornare in carreggiata“.
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