MotorSport

MotoGP, svolta improvvisa: la Suzuki lascia, sarà la sua ultima stagione

La notizia che si è diffusa nella tarda serata di ieri sembra trovare molte conferme, la stagione 2022 sarà l’ultima in MotoGP per la Suzuki

La Suzuki lascia la MotoGP. Fin da quest’anno. Quello del 6 novembre a Valencia sarà l’ultimo gran premio per la scuderia giapponese che poco più di un anno fa festeggiava il suo doppio titolo mondiale, piloti e costruttori, con Joan Mir.

La Suzuki lascia il motomondiale dopo nove stagioni (AP LaPresse)

Una decisione che non arriva improvvisa anche se probabilmente molti si aspettavano almeno un altro anno prima dell’addio definitivo.

Suzuki lascia la MotoGP

Che Suzuki non avesse ulteriore intenzione di investire nel motomondiale lo si era intuito alcuni mesi fa, quando la scuderia aveva deciso di non sostituire di fatto Davide Brivio, il direttore generale della scuderia che, dopo la vittoria del Mondiale 2020, era passato alla Alpine in Formula 1. La figura di Brivio era rimasta vacante per tutta la stagione dello scorso anno. E solo lo scorso febbraio, di fronte alle difficoltà di un team all’interno del quale era evidente mancare un punto di riferimento, era arrivato Livio Suppo, a lungo team manager della Honda. Una decisione tardiva e molto necessaria.

In attesa di conferme

Le voci della smobilitazione della Suzuki si erano diffuse già domenica sera a Jerez e solo ieri sera hanno trovato conferma. L’ufficio stampa della casa giapponese di Hamamatsu ha anticipato la pubblicazione di un comunicato stampa quest’oggi.

Interpellato ieri sulla vicenda, Suppo si è protetto dietro un comprensibile “no comment”: “É un argomento delicato e spero comprenderete la delicatezza della mia posizione….” ha aggiunto il manager che evidentemente attende una conferma ufficiale.

La Suzuki era tornata nel motomondiale solo sette anni fa dopo tre anni di assenza. Chiusa una lunga esperienza tra il 2002 e il 2011, Suzuki era tornata in corsa nel 2014 con De Puniet e una sola moto per poi ampliare il progetto fino alla vittoria del Mondiale 2020 con Mir, campione piloti, e Rins che aveva dato un contributo fondamentale anche nella conquista del titolo costruttori.

Alex Rins, pilota della Suzuki ufficiale (AP LaPresse)

Decisione sofferta

Secondo la stampa giapponese la decisione della Suzuki dipende da una forte contrazione del mercato causata non solo dalla pandemia ma anche dalle incertezze dipendenti dalla guerra tra Russia e Ucraina.

Solo pochi giorni fa Rins si era detto certo di una riconferma del suo contratto anche per il 2013, mentre stando alle voci del mercato l’ex campione del mondo Joan Mir sarebbe vicinissimo alla firma con la Honda ufficiale per correre al fianco di Marc Marquez. Il titolo del 2020, il primo in venti anni, è stato il 16esimo assoluto nella storia della scuderia, il settimo nella classe regina dopo quelli conquistati da personaggi storici. Autentiche leggende come Barry Sheene, Marco Lucchinelli, Franco Uncini, Kevin Schwantz e Kenny Roberts Jr. La dismissione della scuderia motomondiale potrebbe non essere l’unico taglio ai programmi agonistici della casa giapponese.

Stefano Benzi

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