La Ferrari delle prime tre gare fa ben sperare per il Mondiale e Marc Genè dà meriti a Binotto: “Non lo percepisco”
Due vittorie, cinque podi sui sei possibili, leader nella classifica piloti e in quella costruttori. L’inizio anno della Formula 1 è stato nel segno della Ferrari. Le Rosse hanno messo in riga le rivali, mostrando una superiorità tecnica che ha colpito molto.
Ora si attende la gara di Imola, un appuntamento molto atteso a Maranello. La voglia è di festeggiare davanti ai propri tifosi, cosa che non capita da anni ormai. Era il 2019 quando Charles Leclerc trionfava a Monza, poi sono arrivate le delusione delle ultime due stagioni. Questa potrebbe essere quella della rinascita e le premesse sono davvero positive. Allora sperare in un trionfo sul circuito di Imola non significa sognare qualcosa di utopico ma sperare che il trend positivo continua.
Un trend che ha tanti artefici: dagli ingegneri ai meccanici, passando ovviamente per i piloti, senza dimenticare Mattia Binotto. E’ proprio al team principal che attribuisce gran parte del merito del successo Marc Genè, Brand Ambrassador della Ferrari e commentatore tecnico di Sky. Lo spagnolo indica qual è la cosa positiva avvertita a Maranello in questo folgorante inizio di stagione.
Con una Ferrari tornata molto competitiva, il rischio è che aumenti parallelamente alla competitività anche la pressione. Ed invece, secondo Genè, tutto questo non sta accadendo: “Non sento l’obbligo di vincere il Mondiale – le sue parole in un’intervista al ‘Corriere dello Sport’ –, siamo gli stessi, non percepisco maggiore ansia. Questa è la bellezza fatta da Binotto“.
Lo spagnolo entra più nel dettaglio: “La macchina è maggiormente competitiva, ma non si avverte la sensazione di ansia“. La Ferrari vive con leggerezza le recenti vittorie e non sente il peso di dover tornare a combattere per i titoli iridati. Genè racconta anche qual è stata la molla che ha fatto rinascere la Rossa: “Non c’è stata paura di sbagliare. Nel team il motto è stato: ‘Se hai una idea, portala’“. Ecco allora che si è arrivati a soluzioni che, almeno finora, hanno fatto la differenza: “E’ una delle bravure dell’Italia: pensare in modo diverso, non aver paura di essere più creativi“.
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