Multa Auto all’estero, come funziona il meccanismo di scambio tra gli Stati per recuperare i soldi di una sanzione: rischi elevati
Viaggiare con al propria auto all’estero è una consuetudine per molti cittadini italiani. Per vacanza o per lavoro, le frontiere aperte e i vantaggi dell’Unione Europa permettono di entrare e uscire dall’Italia senza problemi, utilizzando la propria vettura con tranquillità. Tuttavia, quando ci si trova in un paese estero non bisogna dimenticare che le leggi, comprese quelle del codice della strada, possono essere diverse. Così come la burocrazia. Un classico esempio sono le multe. È facile incappare in una spiacevole consegna di un verbale che arriva dall’estero.
L’errore più grande che fanno moltissime persone è pensare che le multe che si prendono all’estero possono anche non essere pagate. Non è affatto vero: del resto, una volta che questa arriva a casa significa che siamo rintracciabili. Ecco perché è illogico pensare che sia sufficiente “cestinare” il verbale estero per mettersi al riparo dai problemi. Una volta appurato questo, è opportuno comprendere quali rischi si corrono e che procedure bisogna perseguire. Perché non tutte le multe devono essere pagate, e ogni cittadino (anche di un altro paese) ha diritto a impugnare l’atto se lo ritiene illeggittimo.
La cosa che va tenuta presente è che anche gli stati esteri hanno il perfetto diritto a recuperare i crediti in Italia, in quanto tutelati dalle normative europee. Ecco perché il consiglio è quello più banale: se arriva una multa da un paese estero, soprattutto della Comunità Europea, paghiamola. Ovviamente sempre che questa sia effettiva e se l’automobilista riconosce l’infrazione della quale è imputato. Appurato ciò va detta anche un’altra cosa: la riscossione crediti per le multe che arrivano dall’estero non è scontata. Le procedure sono più lunghe e generalmente più complesse, e può capitare che gli enti preposti degli stati esteri non procedano.
Multe all’estero, le modalità di pagamento e come evitare pericolosi rischi
O meglio, la riscossione crediti all’estero di solito non è considerata prioritaria. La casistica di recupero è piuttosto bassa. Per questo motivo c’è una possibilità che non si attivino le procedure per recuperare i soldi della sanzione non pagata. Tuttavia, grazie a una serie di norme chiamate “cross border”. Ossia i paesi esteri possono scambiarsi informazioni su tutti i cittadini europei in tema di sanzioni amministrative del codice della strada. Questo permette a ogni stato di applicare sanzioni anche ai cittadini stranieri. Il sistema funziona con tutte le targhe “europee” e ha dei meccanismi di fatto automatici. Per fortuna, la norma prevede le sanzioni solo per alcune infrazioni. Teoricamente, per le altre non si dovrebbe procedere.
Multe all’estero, le procedure
Le infrazioni all’estero per le quali è prevista la multa dei cittadini stranieri sono eccesso di velocità. Omesso utilizzo delle cinture di sicurezza, circolazione su una corsia vietata, uso del cellulare o di altri dispositivi di comunicazione durante la guida. Tra le infrazioni anche l’omesso utilizzo del casco, passaggio al semaforo rosso, guida in stato di ebbrezza e guida sotto influenza di sostanze stupefacenti. Per quanto riguarda l’Italia, la sanzione deve essere notificata entro 360 giorni e il verbale deve essere scritto in italiano. Nel caso in cui la sanzione non venga pagata, scatta il cosiddetto “principio di reciprocità”. Vale a dire che lo Stato che si ritiene danneggiato invia il fascicolo alla Corte d’Appello italiana, che di fatto lo prende in pratica e avvia le procedure per conto del paese straniero. Ecco perché, in sostanza, pagare le multe è molto più conveniente che sottoporsi a un rischio.