Horner mette in evidenza gli aspetti che lo differenziano da Wolff, suo collega e rivale della Mercedes.
Christian Horner ha fatto un grande lavoro da quando è team principal della Red Bull, non ci sono dubbi. In Formula 1 ha vinto cinque titoli mondiali piloti e quattro costruttori, i numeri parlano chiaro e c’è anche il suo contributo in questi risultati.
Ovviamente qualche errore non è mancato nel corso degli anni, ma la perfezione non può esistere. Nel complesso ha gestito bene la squadra, tenendola unita e sapendola motivare continuamente.
Il suo grande rivale in F1 è senza dubbio Toto Wolff della Mercedes, con il quale non sono mancati scontri verbali a distanza. I due avranno certamente delle differenze caratteriali e nel modo di vedere determinate cose, però sono accumunati da uno stesso obiettivo: vincere.
Horner in un’intervista concessa al Daily Mail ha messo in risalto cosa lo differenzia da Wolff. Esordisce così: “Siamo molto diversi. Se non sono in pista, io sono in fabbrica. La mia agenda è piena e affronto ogni problema interno al team. Sono cresciuto nello sport, ero un pilota che si è dedicato alla gestione di una squadra”.
Il team principal Red Bull lancia una prima frecciata al rivale evidenziando che vive nel Principato di Monaco e gestisce la sua scuderia a distanza. Poi rincara la dose: “Toto ha un background diverso dal mio, più finanziario. È guidato da quello che dice il bilancio. Condivide la stessa passione di un pilota? Non lo so. Sarà qui tra dieci anni oppure avrà incassato e sarà su uno yacht? Non he ho idea”.
Horner ci tiene a sottolineare quanto siano diversi lui e il collega austriaco. E specifica in quali rapporti sono: “Abbiamo un rapporto professionale. Non è il tipo con cui andrei a cena o con cui trascorrerei del tempo privato, ma ho rispetto per ciò che ha fatto e ottenuto. Non ho problemi personali con lui. Non è una cattiva persona”.
Il manager britannico indica una cosa che non gli è particolarmente piaciuta nel comportamento di Wolff nei mesi scorsi e indica un errore compiuto dalla Mercedes ad Abu Dhabi: “Ciò che è accaduto dietro le quinte durante la pausa è stato subdolo. La pressione esercitata sulla FIA e sul Direttore di Gara è stata fatta per screditare ciò che avevamo ottenuto. Masi non ha sbagliato. Mercedes ha commesso un errore strategico lasciandolo fuori con gomme vecchie invece invece che farlo rientrare al box”.
Se al momento dell’uscita della safety-car Hamilton fosse stato richiamato a montare altri pneumatici, certamente avrebbe potuto giocarsela con Verstappen in quell’ultimo giro della gara di Yas Marina. In Red Bull hanno fatto quella mossa e hanno avuto la meglio.
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