Max Biaggi commenta il week-end del GP del Qatar con il trionfo del tricolore e ricorda il suo passato da pilota.
Nonostante abbia detto addio al Mondiale e alla carriera da pilota quasi un decennio fa, Max Biaggi non ha mai detto definitivamente addio alle due ruote.
Oggi è il proprietario dello Sterilgarda Max Racing Team che milita nella classe Moto3, alcuni mesi fa ha raggiunto un record mondiale di velocità toccando i 455,7 km/h in sella ad un prototipo elettrico realizzato dal marchio italiano Venturi, dopo due anni di test e lavoro. Ma con un obiettivo ancora più ambizioso: toccare i 500 km/h entro la fine del 2022.
Nel week-end in Qatar si è detto orgoglioso di essere italiano per aver visto trionfare i nostri colori nelle tre classi del Motomondiale, con Andrea Migno, Celestino Vietti ed Enea Bastianini.
L’Inno di Mameli è risuonato per tre volte sul circuito di Doha, una sensazione indescrivibile per chi come Max Biaggi ha sempre lottato per ergere il tricolore sul tetto del Mondiale: “Siamo sempre nazional-popolari, ci piace pensare in grande. Bastianini mi piace e può fare grandi cose, l’ho capito quando correva in Moto2“. E poi c’era Aprilia al 4° posto con Aleix Espargarò… “Sono un romantico di questo marchio, spero possano conquistare la sua prima vittoria (in MotoGP, ndr)”.
Rispetto ai suoi tempi la classe regina ha modificato la sua essenza, con nuove regole più ristrette e tecnologie sempre più sofisticate. Il risultato è aver livellato le distanza tra piloti e team, tutti molto vicini e racchiusi in pochi decimi di secondo. “Sicuramente lo spettacolo ci guadagna, ma alla gente piace immedesimarsi in uno o due piloti“, sottolinea Max Biaggi in un’intervista a ‘Il Messaggero‘.
E il Corsaro in chi si immedesima? “Sia Bastianini che Bagnaia hanno una guida pulita ma efficace come la mia“. La sua rivalità storica con Valentino Rossi ha scritto la storia del Motomondiale, ma a distanza di anni regna un clima di distensione, quasi di ammirazione reciproca. Soprattutto dopo il ritiro del campione di Tavullia nello scorso novembre, quando Max ha dedicato un post all’ex avversario: “Se ci siamo scambiati sms? E chi può dirlo…“.
Tante vittorie per il campione ma anche un rimpianto come ha spiegato lui stesso nel finale dell’intervista: “Non aver cominciato a correre presto. Chissà come sarebbe andata se avessi guidato la prima moto a 6 o 7 anni e non a 18“.
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