È stato annunciato il rientro di Briatore in Formula 1: ricoprirà un incarico differente rispetto al passato, quando gestiva team.
Dopo oltre dieci anni, Flavio Briatore torna a lavorare in F1. Dopo le indiscrezioni circolate in mattinata, è arrivata anche l’ufficialità.
L’ex team principal di Benetton e Renault ricoprirà il ruolo di Ambassador supportando la F1 nelle relazioni con alcuni promoter e partner, sviluppando anche eventuali collaborazioni commerciali e di intrattenimento.
Il manager e imprenditore piemontese ha così commentato su Instagram il suo ritorno nel Circus: “Sono lieto e onorato di poter continuare a supportare lo sviluppo commerciale e di intrattenimento della F1, lo sport che amo e che è stato una parte così importante della mia vita professionale”.
Briatore manca in Formula 1 dal 2009, in seguito ai discussi fatti del Gran Premio di Singapore 2008, vinto dalla Renault di Alonso. Un ritorno, il suo, del quale si vociferava da tempo, specie in seguito alle indiscrezioni circolate relative a contatti conStefano Domenicali, attuale presidente e CEO della Formula 1.
Adesso il ritorno è ufficiale. Il ruolo che Briatore andrà a ricoprire è completamente diverso da quelli avuti in passato. Da team principal di Benetton e Renault ha vinto quattro titoli piloti: due con Michael Schumacher (1994 e 1995) e altrettanti con Fernando Alonso (2005 e 2006). Alla bacheca si aggiungono anche tre mondiali costruttori (1995, 2005 e 2006).
In una passata intervista aveva raccontato di essere stato in contatto due volte con la Ferrari per un ingresso nella scuderia. La prima tra il 1994 e il 1995, quando lo chiamò Umberto Agnelli ma lui decise di rimanere in Benetton. Anni dopo anche Luca Cordero di Montezemolo lo aveva cercato, però senza giungere a un accordo.
Lontano dalla Formula 1, Briatore ha proseguito la sua carriera imprenditoriale con notevole successo in vari settori. Recentemente, l’ex team principal ha partecipato, come ospite, a due produzioni televisive sulla F1 ovvero il documentario di Netflix dedicato a Schumacher e quello di Sky, curato da Matteo Marani, relativi ai tragici fatti del weekend del GP di Imola del maggio 1994, nel quale moritono Ayrton Senna e Roland Ratzenberger.
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