Si intitola “I’m in love with my car”, compare in “Bohemian Rhapsody” e viene citata nell’omonimo film, una canzone che offre aneddoti innumerevoli sui Queen
Durante le registrazioni di “A Night at the Opera” che iniziano nell’aprile del 1975, i Queen dividono il lavoro di scrittura in due parti. Nella prima si chiudono individualmente ognuno in uno studio, registrando brevi demo e piccole idee. Per poi incidere nella seconda parte delle registrazioni.
Roger Taylor, batterista della band molto bravo anche alla chitarra, rimane chiuso una notte intera nel suo studiolo in compagnia di Jonathan Harris, il suo roadie, l’uomo incaricato di montare e smontare la sua batteria prima e dopo ogni show.
Alfa Romeo Spider vs Triumph TR4
Harris, come Taylor, era appassionatissimo di auto. Ma i due discutevano spesso. Taylor con i soldi guadagnati dai primi dischi aveva comprato una Alfa Romeo Spider: “La mia prima auto nuova”, racconta ancora oggi il batterista della band. Harris invece aveva comprato una Triumph TR4 usata del 1964, una splendida Roadster verde bottiglia. I due si dilungavano in interminabili discussioni sulle qualità delle rispettive auto: quando Harris gli disse che “guidare la Roadster era meglio di accarezzare una donna nel letto”, Roger Taylor scisse “I’m in love with my car”.
Queen, “I’m in Love with my Car”
Un testo ricchissimo di doppi sensi nei quali il confine tra la passione per le auto e il sesso è sottilissimo. La canzone è una delle pochissime che viene cantata da Taylor e non da Freddie Mercury: e all’inizio non doveva nemmeno far parte del disco. La biografia della band racconta di numerose discussioni tra Bryan May, Roger Taylor e Freddie Merury sull’opportunità di inserire un brano tanto diverso dagli altri sull’album.
Falsa la storia che Mercury si sia rifiutato di cantarla. Falso anche che Bryan May non volesse pubblicarla per non indispettire l’ego del cantante. Alla fine il disco il brano fu inserito: terza canzone del lato A, parole e musica di Roger Taylor. Alla band la canzone piace: al punto che May la arricchisce con un lungo assolo di chitarra convincendo Mercury inserirlo sul lato B di “Bohemian Rhapsody”, primo singolo estratto dall’album.
Storia e realtà sui Queen
Del brano si parla anche sul film biografia realizzato da Bryan Singer e interamente dedicato alla band, che lo ha approvato e prodotto. La citazione che lo riguarda è di altissimo livello. E riguarda il dirigente della EMI Ray Foster, l’uomo che litigherà con i Queen alla vigilia della pubblicazione dell’album portando la band a un passo dal rompere con l’etichetta.
Nel film Foster, interpretato da Mike Myers (grande fan della band, regista e protagonista di Austin Powers e della saga Wayne’s World) suggerisce che “I’m in love with my car” sia il singolo giusto da lanciare: “É questa la canzone che i giovani ascoltano a tutto volume in macchina scuotendo la testa”, dice.
In realtà Mike Myers ha chiesto e ottenuto di cambiare il virgolettato del suo personaggio: perché nel suo primo “Wayne’s World” – in italiano “Fusi di testa” – lui e i suoi amici a bordo di una AMC Pacer è proprio scuotendo la testa che ascoltano a tutto volume il solo lirico di “Bohemian Rhapsody”. Una controcitazione per grandissimi appassionati.
La versione live di “I’m in live with my Car” registrata a Montreux, prima data del loro ultimo tour
Un grande successo
“I’m in love with my car” nasce dopo una lunga discussione tra Jonathan Harris e Roger Taylor. Ma Taylor per vedere la copertina del suo singolo arriverà a minacciare di lasciare la band: nelle note di copertina il batterista scrive “dedicata a Jonathan Harris, il ragazzo che corre sempre fino alla fine”.
In una intervista del 1986 Roger Taylor confesserà di essere rimasto chiuso in un armadio minacciando di disertare un concerto fino a quando Mercury e May non accettarono di pubblicare il suo brano sul lato B del primo singolo. Dal vivo “I’m in love with my car”, anche oggi, nei tour che la band continua ad affrontare con il cantante Adam Lambert, è l’unica canzone interamente cantata da Taylor, senza mai lasciare la batteria.
In un’altra intervista del 1998 Taylor ammise che la pubblicazione di quel disco fu il suo più grande successo commerciale: “Quando all’epoca ognuno di noi era autore delle canzoni, e non firmavamo come gruppo, essere sul lato B di un brano di enorme successo come ‘Bohemian Rhapsody’ si rivelò un assegno in banca. Continuo a percepire tanti soldi, ogni anno, grazie a quel brano. L’ho scritto in 25 minuti. Suonandolo da solo con una chitarra scordata davanti a un registratore a pile”.