Per Andrea Dovizioso inizia una nuova sfida con la Yamaha, ma con sé porta un problema che si trascina dai tempi con la Ducati.
Andrea Dovizioso nei test invernali ha sicuramente compiuto un ulteriore step in sella alla Yamaha M1, una moto del tutto nuova per il suo stile di guida, dopo otto lunghe stagioni in sella alla Ducati Desmosedici GP. Ma restano alcuni nodi di fondo che dovranno essere risolti in tempi brevi, perché il suo contratto è in scadenza alla fine del 2022 e dovrà decidere quale sarà il suo destino.
Non ci sono obiettivi precisi, ma sicuramente il podio dovrebbe essere un traguardo da centrare. Tutto dipenderà dalla capacità di adeguarsi al carattere della YZR-M1. Il team manager della Yamaha RNF, Wilco Zeelenberg, è consapevole dell’impresa a cui è chiamato il tre volte vicecampione del mondo: “Ha sostituito Franco Morbidelli con poco preavviso, quindi il suo arrivo non era affatto previsto. Si è ritrovato su una moto nuova di zecca e che non conosceva dopo aver trascorso gli ultimi otto anni su una Ducati“.
L’arrivo di Andrea Dovizioso si è rivelato molto utile per la Casa di Iwata, in quanto ha portato con sé una lunga esperienza in Ducati che potrebbe servire per correggere alcune sfasature della Yamaha. I suoi feedback serviranno per proseguire l’evoluzione della M1, ma il suo ruolo non è certo quello del collaudatore. L’obiettivo è riportare la squadra di Razlan Razali al biennio di esordio, quando ha subito toccato l’apice con Fabio Quartararo e Franco Morbidelli.
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Su tutti il ‘Dovi’ dovrà trovare una soluzione per migliorare il feeling al posteriore, un tallone d”Achille che si trascina sin dai tempi della Ducati. Precisamente dal 2020, quando Michelin ha introdotto una nuova carcassa al posteriore.
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Su questo punto dovrà intervenire anche la sua squadra per correggere eventuali impostazioni di assetto. “In effetti è un problema che lo riguarda“, ha sottolineato il tecnico olandese al termine del test al Mandalika Circuit. “Ma la Yamaha gira molto meglio della Ducati, quindi ha meno difficoltà. Quello che è certo è che se il problema persiste, dovremo risolverlo“.
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