Le pagelle dei test MotoGP dopo l’ultima uscita a Mandalika. Ducati resta in cattedra, ma il miglior crono porta la firma della Honda.
Con i test in Indonesia è terminata la fase invernale della preseason MotoGP. La classifica combinata dei tempi uscita dalla tre giorni di Mandalika raccoglie 21 piloti in meno di un secondo, un dato che preannuncia una stagione a dir poco avvincente. Ma i test invernali sono soprattutto serviti per provare nuovi aggiornamenti, a cominciare dalle specifiche dei motori dopo due anni di congelamento regolamentare.
Pol Espargarò ha chiuso al comando in sella alla Honda RC213V, seguito dal campione del mondo Fabio Quartararo e da Luca Marini con Ducati. 4° crono per l’Aprilia di Aleix Espargarò che fa un ulteriore step personale e tecnico, seguito dal duo VR46 Franco Morbidelli e Pecco Bagnaia. Bene anche la Suzuki con Alex Rins, con Maverick Vinales, Marc Marquez e Johann Zarco a completare la top 10.
A recitare la parte del leone dal punto di vista ingegneristico sembrano essere Honda e Ducati. La Casa dell’Ala dorata ha profondamente cambiato la RC213V, che sarà in pista con quattro moto ufficiali. Nuovi telaio, motore, aerodinamica, codone, elettronica. Il team guidato da Alberto Puig ha voluto risolvere innanzitutto il problema di grip al posteriore riuscendo a imporre più peso al posteriore. L’avantreno della moto adesso è più facile da gestire e dovrebbe permettere ai suoi quattro alfieri di rimediare meno cadute rispetto all’ultimo biennio.
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Promossa a pieni voti anche la gestione tecnica Ducati, in pista con otto prototipi. La GP21 ha ribadito di essere già di base un progetto vincente, come dimostra il best lap di ma la GP22 ha un grande potenziale che ancora deve essere espresso. Ancora una volta Gigi Dall’Igna ha messo a segno un altro colpo “magico” introducendo l’abbassatore all’anteriore in movimento, un dispositivo che garantisce maggior trazione in uscita di curva. Ma i rivali promettono battaglia in sede di discussione.
Grandi cambiamenti anche per l’Aprilia RS-GP22 che verrà affidata nelle mani di Aleix Espargarò e Maverick Vinales. Entrambi i piloti hanno gravitato nella top-10, forti di una moto che ha guadagnato molto in agilità grazie alle dimensioni più compatte e ad una aerodinamica più affinata. Il nuovo motore V4 ha ottenuto un surplus di cavalli, adesso resta ai due alfieri il compito di portarla al limite. Nel corso del 2022 la Casa di Noale sarà l’unico costruttore a poter continuare lo sviluppo sul motore, prevista una lunga serie di test privati.
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Suzuki ha soddisfatto le richieste iniziali di Joan Mir e Alex Rins, che da mesi hanno espresso il desiderio di avere una moto più veloce sul giro secco. Le qualifiche sono state il vero tallone d’Achille delle GSX-RR nella stagione 2021. L’obiettivo di Hamamatsu era di guadagnare potenza massima e accelerazione senza nulla togliere ai punti di forza. Ciclistica, aerodinamica ed elettronica hanno soddisfatto il duo spagnolo, ma resta il vuoto nella carica di team manager. Un’assenza che potrebbe pesare non poco…
La YZR-M1 non è cresciuta in termini di potenza, una nota dolente che ancora una volta ha rimarcato Fabio Quartararo. Probabilmente è anche un modo per giocare al tira e molla sul rinnovo di contratto, perché la moto di Iwata blinda i suoi punti di forza e lo dimostrano i tempi sul giro del francese. Franco Morbidelli si è detto soddisfatto della base allestita nei test invernali.
Per tradizione la M1 non ha mai brillato in termini di top speed, ma ha fatto dell’agilità e della percorrenza di curva i suoi punti forti per eccellenza. Tra Quartararo e il prototipo giapponese si è creata una perfetta sintonia su cui fare leva, non resta che attendere il Qatar come primo vero banco di prova. Andrea Dovizioso, invece, potrebbe faticare ancora a lungo nell’adattamento alla Yamaha.
La Casa di Mattighofen è rimasta un po’ in sordina durante i test. Brad Binder e Miguel Oliveira hanno faticato a stampare tempi interessanti sul giro, mentre i rookie Remy Gardner e Raul Fernandez devono fare ancora i conti con l’approccio alla nuova categoria. Il direttore tecnico Fabiano Sterlacchini ha iniziato da poco il suo lavoro sulla RC16, qualche progresso è visibile in uscita di curva, ma l’ex Ducati ha ancora molto da fare. Esordio per Francesco Guidotti ai box KTM che proverà a risollevare la situazione generale.
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