Moto GP

Stoner ammette: “Valentino Rossi e Marquez non ne risentono”

Stoner ha esposto una differenza rispetto a Valentino Rossi e Marquez: qualcosa che lo ha condizionato probabilmente nella sua carriera.

Sicuramente un grande rimpianto della MotoGP è la fine anticipata della carriera di Casey Stoner. Il due volte campione del mondo smise di correre a fine 2012, non ce la faceva più a livello mentale e fisico. E l’ambiente del paddock non gli era più di gradimento.

Valentino Rossi e Casey Stoner (foto Getty Images)

Un vero peccato che abbia appeso così presto il casco al chiodo, perché era un grandissimo talento e poteva vincere ancora dei titoli. Sarebbe stato certamente interessante vedere un confronto tra lui e Marc Marquez, che nel 2013 lo ha rimpiazzato nel team Repsol Honda e ha iniziato un ciclo impressionante di vittorie.

Se l’australiano non avesse avuto determinati problemi, soprattutto di salute, sarebbe stato sicuramente un grande protagonista per altri anni. Comunque ha lasciato la sua impronta in MotoGP, è l’unico campione della Ducati ed è stato anche capace di vincere con un altro marchio, la Honda appunto.

MotoGP, Stoner parla di Valentino Rossi e Marquez

Casey Stoner (Getty Images)

Stoner in un’intervista concessa al podcast Gypsy Tales ha ribadito quello che è stato uno dei problemi che lo ha spinto a dire basta con la MotoGP e che solamente in ritardo ha potuto approfondire: “Di recente mi è stata diagnosticata l’ansia, la sento quando non sono a mio agio. La mia carriera sarebbe stato più facile se l’avessi saputo, avrei gestito meglio la situazione. Per me non era facile sopportare la fama e le pressioni. Ci sono persone come Valentino Rossi e Marc Marquez che non ne risentono. Io non sono mai stato a mio agio con i media”.

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L’australiano ammette che Valentino Rossi e Marc Marquez sono stati più capaci di gestire il fatto di essere al centro dell’attenzione. A lui quella situazione lo logorava e lo ha portato ad appendere il casco al chiodo. Il suo racconto colpisce molto: “Durante la maggior parte della mia carriera, soprattutto negli ultimi due anni, più i weekend andavano bene e più volevo morire. Non volevo correre, sentivo pressione. Solo dopo la fine della carriera ho capito perché faticassi così tanto”.

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Tutt’oggi Casey sta facendo i conti con problematiche che non rendono affatto facile la sua vita. Soffre di stanchezza cronica e più volte ha rivelato di aver avuto periodi nei quali si affaticava molto facilmente facendo movimenti “banali”. La speranza è di rivederlo presto nel paddock con maggiore continuità e magari con un ruolo tecnico, come auspicato da Pecco Bagnaia quando ha incontrato l’ex campione a Portimao.

Matteo Bellan

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