Il Mondiale vinto da Verstappen, il futuro della Ferrari e della Formula 1, la giovane promessa Enzo Trulli ma non solo: Jarno Trulli in esclusiva ai microfoni di Automotorinews
Tra i tanti piloti italiani che sono riusciti a coronare il sogno di correre in Formula 1, Jarno Trulli è stato sicuramente uno dei più importanti. Dopo l’esordio in F1 nel 1997 alla guida della Minardi, Jarno è rimasto all’interno del circus per ben 15 anni, correndo per Prost, Jordan, Renault, Toyota e Lotus, con cui si è ritirato dopo una stagione nel 2011. Ha anche vinto una gara nel 2004 a Montecarlo, dove nell’occasione ha interrotto la striscia di vittorie della Ferrari del leggendario Michael Schumacher.
Noi di Automotorinews abbiamo avuto il piacere di poterlo intervistare ai nostri microfoni.
L’ex pilota pescarese di Renault e Toyota tra le altre si è raccontato ai nostri microfoni
Il Mondiale di F1 si è concluso tra mille polemiche a causa della Safety Car che ha permesso a Max Verstappen di riavvicinarsi ad Hamilton e superarlo alla ripartenza del GP. Come giudichi l’episodio?
“In merito alla fine del campionato è inutile aggiungere commenti, è gia stato detto abbastanza e sinceramente preferisco non commentare”.
Dal 1997 al 2011 hai passato 15 anni in F1, qual è il tuo ricordo più bello di questi anni?
“Ci sono tanti bei ricordi, in 15 anni è difficile sceglierne uno in particolare, sebbene la prima vittoria a Montecarlo è sicuramente uno di quei momenti. Di grandi prestazioni e di belle gare ce ne sono state tantissime, ricordarle tutte diventa anche difficile vista la mia lunga permanenza nel circus.”
Cosa ti manca di più dell’essere un pilota?
“Fondamentalmente mi mancano le gare e le sfide, sebbene ormai quello che potevo fare l’ho fatto e non mi interessa oggi cimentarmi nelle gare di altre categorie. Ho corso con i migliori piloti al mondo e nel piu grande campionato al mondo, tutto il resto sarebbe stato come fare un passo indietro. Siccome amavo la sfida e la competizione, oggi non mi stimola nient’altro e per questo ho deciso di non guidare più nulla.”
Prima la vittoria in F4 negli Emirati Arabi, poi la promozione in EuroFormula Open in cui si è subito messo in evidenza conquistando i primi podi, tuo figlio Enzo si sta rivelando tra i migliori prospetti italiani per il futuro del Motorsport. Quali sono i consigli da padre e da pilota che gli hai dato, e che daresti per i giovani che si affacciano a questo mondo?
“Di consigli ce ne sono tantissimi per un giovane pilota come Enzo che ha ancora tutto da imparare. Si parte dalla cose basilari (ciò che non bisogna fare), a quelle più tecniche di guida e strategia oltre che al metodo di lavoro e modo di pensare. È una lunga scuola, ho 30 anni di attività alle spalle, poterli trasmettere ad Enzo sarebbe fantastico ma non accade in poco tempo. I risultati però dicono che sta progredendo molto bene e che la scuola è giusta. Staremo a vedere se riusciremo ad andare avanti, i buoni presupposti ci sono.”
Hai corso ai tempi di una leggenda come Michael Schumacher, rivedi delle somiglianze con uno tra Hamilton e Verstappen?
“Sinceramente non mi piace accostare un pilota ad un altro del passato, è sbagliato perché le epoche sono diverse e di conseguenza anche i piloti e il modo di correre lo è. Inoltre i piloti cambiano, migliorano e si affinano, quindi sarebbe sbagliato fare dei paragoni.”
La Ferrari è in crisi negli ultimi due anni, cosa ti aspetti dalla stagione 2022 e quali potrebbero essere le sorprese del prossimo Mondiale?
“La stagione 2022 può riservare molte sorprese per via dei cambi di regolamento, fare oggi delle previsioni è piuttosto improbabile dato che nessuno sa veramente cosa stanno facendo e chi ha preso la strada giusta e chi quella sbagliata. Ogni volta che in passato c’è stato un cambio di regolamento si sono verificate sorprese, mi auguro che quelle della Ferrari siano buone.”
Ultima domanda: dopo l’addio alla F1 hai iniziato ad occuparti dell’altra tua grande passione oltre alla F1, il vino, di cui ti occupi in prima persona curando la tua azienda “Podere Castorani”. Da dove nasce questa passione e come ti stai trovando in questa “seconda vita”?
“La passione del vino nasce dalla tradizione di famiglia, mio nonno Gaetano di Cugnoli faceva vino e aveva questa passione, sebbene a livello dilettantistico come spesso accadeva in quei tempi. Noi l’abbiamo ripresa e alzata a livelli altissimi producendo vini apprezzati oggi in tutto il mondo. Ormai la Podere Castorani è un Azienda riconosciuta a livello mondiale, con vini che esaltano il territorio e capaci di farci vivere ancora oggi sensazioni di successo, come quando ogni anno riceviamo i 3 bicchieri “Gambero Rosso”, tra i piu grandi riconoscimenti a livello nazionale. Per noi è motivo di grande orgoglio considerando quello che abbiamo fatto in poco piu di 20 anni. Quindi dopo le gare questa è stata la mia seconda sfida che continuo a portare avanti assieme ai soci e a mio padre.”
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