MotoGP, un’altra proposta per l’ex campione: “Sarebbe un grande aiuto”

In casa Ducati coltivano un sogno, ma è logisticamente impossibile. Parla Cristian Gabarrini, capotecnico di Pecco Bagnaia.

Pecco Bagnaia MotoGP
Pecco Bagnaia (Foto LaPresse)

Pecco Bagnaia si è confermato la vera rivelazione del campionato e di casa Ducati, con il secondo posto in classifica finale che lo proietta tra i favoriti per il 2022. Dopo un inizio di stagione alquanto in salita, il pilota piemontese è ritornato rigenerato dalla pausa estiva ottenendo quattro vittorie e un podio nelle ultime sei gare. Un vero exploit che rende felici gli uomini di Borgo Panigale, da tempo alla ricerca di un pilota di punta che sappia traghettare il marchio verso il Mondiale piloti.

Dietro a Bagnaia c’è il lavoro di un’intera squadra orchestrata dal capotecnico Cristian Gabarrini: “C’è ancora un po’ di rammarico, potevamo vincere il mondiale“, ha detto a Moto.it. La caduta decisiva è stata quella del Mugello, mentre a Misano Pecco ha mancato il successo solo perché costretto ad andare al limite per tenere vive le speranze iridate. “Ci sono stati altri momenti decisivi, come a Silverstone, quando Pecco è partito dalla pole ma poi ha chiuso 14°”.

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Il sogno Stoner nel box Ducati

Casey Stoner
Casey Stoner (Foto: LaPresse)

Nella gara di Portimao, vinta da Pecco Bagnaia, abbiamo visto Casey Stoner lavorare a stretto contatto nel box Ducati factory, con l’australiano impegnato a girare dei video con lo smartphone per studiare gli avversari e consentire di limare decimi preziosi con le GP21. Un lavoro che potrebbe rivelarsi molto utile al box emiliano: “Quando uno come Casey ti offre consigli, uno come Pecco li riceve velocemente e con molto interesse“.

Si era parlato di un possibile ruolo attivo di Stoner in Ducati nella stagione 2022, un’idea che ha suscitato grandi emozioni tra i fan ma anche allo stesso Bagnaia. Purtroppo non è fattibile, perché il due volte campione del mondo non è in perfette condizioni di salute per sostenere una carica così impegnativa. “Avere un occhio come quello di Stoner capace di interpretare facilmente certi aspetti dall’esterno sarebbe un grande aiuto“, ha concluso Cristian Gabarrini. “Ma è logisticamente difficile“.

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