MotoGP, Stoner svela il suo “maestro”: “Da lui ho appreso di più”

Casey Stoner rivive i momenti di rivalità ai tempi della MotoGP, i compagni di squadra e in particolare un pilota da cui ha appreso tanto.

Casey Stoner MotoGP
Casey Stoner (Getty Images)

Casey Stoner ha rivisitato il paddock della MotoGP a distanza di tre anni e mezzo dalla sua ultima comparsa tra i box. Portimao e Valencia sono stati due week-end intensi in cui è stato al lavoro sia come commentatore televisivo per un’emittente britannica, sia come coach nel box Ducati al fianco di Pecco Bagnaia e Jack Miller, sia come leggenda del Motomondiale rilasciando decine di interviste a destra e a manca.

Particolarmente interessante quella concessa ai microfoni di Motogp.com a Simon Crafar, dove ha rispolverato alcuni momenti della sua carriera ed è entrato in alcuni dettagli tecnici e personali. Nei suoi undici anni di carriera tra le classi 125, 250 e MotoGP ha collezionato due titoli mondiali, il primo con Ducati, il secondo con Honda. Ma a restare impresso è il suo grande talento in sella a qualsiasi moto. Il suo punto di forza? “La mancanza di orgoglio. Penso che troppi piloti non vogliano cambiare, non vogliono adattarsi e pretendono che la moto si adatti a loro. Io ero in grado di adattarmi velocemente in condizioni diverse. Ero sempre disposto a imparare dagli altri“.

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Stoner allievo di Pedrosa

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Casey Stoner (Getty Images)

Uno su tutti il vero “maestro”, colui da cui ha appreso nozioni tecniche e umane: Dani Pedrosa. Ma Casey Stoner ha saputo assorbire il meglio dai suoi principali avversari. “Jorge aveva molte caratteristiche che avrei voluto, Valentino la capacità combattiva e il modo in cui leggeva le gare. Ma il pilota da cui ho appreso di più, perché ho corso con lui per tutta la sua carriera, è stato Dani Pedrosa. Mi dicevo ‘come diavolo fa a fare queste cose?‘”.

L’australiano e lo spagnolo sono diventati compagni di squadra nel 2011, quando è entrato nel box Honda al suo penultimo anno di carriera. Dani Pedrosa si è rivelato un collega come pochi altri. “In Ducati non potevo guardare i dati del mio compagno di squadra per sapere come andare più veloce. Con Dani, ancora una volta senza orgoglio, ho potuto vedere cosa poteva fare in alcuni tratti della pista con la stessa moto“.

L’esperienza del Mondiale gli è servita anche a migliorarsi come uomo, a farsi scudo dalle rivalità senza mai abbassare la guardia. “Ho visto di cosa erano capaci gli altri e che pensavano solo a se stessi, soprattutto quando sei in competizione. Ho capito che devi pensare a te stesso – ha aggiunto il campione australiano -, ma devi rispettare i rivali là fuori. Ho imparato a non sottovalutare mai di cosa sono capaci gli esseri umani quando vogliono qualcosa“.

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