Michael Masi, direttore di gara della Formula 1, spiega la sorta di negoziazione avvenuta con Red Bull e Mercedes durante il GP in Arabia.
Il Gran Premio d’Arabia Saudita di Formula 1 è stato caratterizzato da grandi polemiche. Non ci sono state solamente quelle inerenti le condotte di gara di Max Verstappen e Lewis Hamilton.
Nel mirino della critica anche l’operato di Michael Masi, direttore di gara della F1. Ci sono state alcune decisioni che hanno acceso molte discussioni. Sicuramente la gestione del GP non è stata ottimale e si spera che nell’ultimo appuntamento ad Abu Dhabi, dove si deciderà il Mondiale, non vi siano problemi che condizionino la battaglia.
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Masi dopo il GP d’Arabia Saudita non ha sostenuto la consueta conferenza stampa con i giornalisti, ha parlato solamente agli uomini della comunicazione della FIA. Tra i temi affrontati c’è quello della “trattativa” avvenuta dopo la seconda bandiera rossa esposta durante la gara a Jeddah.
Alla prima ripartenza Verstappen aveva mantenuto irregolarmente il primo posto ai danni di Hamilton, successivamente scavalcato anche dall’Alpine di Esteban Ocon. All’olandese era stato detto di restituire la posizione, ma la nuova bandiera rossa ha bloccato tutto. A quel punto, Masi ha “contrattato” con Red Bull e Mercedes le posizioni in cui piazzare Max e Lewis al restart. L’accordo raggiunto prevedeva Ocon in pole affiancato dall’inglese, poi l’olandese terzo in griglia.
Le comunicazioni sono state divulgate in diretta durante il GP e questa sorta di trattativa ha sorpreso molti. Tuttavia, Masi ha spiegato cosa è successo: «Quanto avvenuto non lo chiamerei accordo. Da direttore di gara non posso istruire i team a fare qualcosa. In quel caso potevo solo fare un’offerta, ma era una scelta loro. I commissari hanno il potere di imporre sanzioni, ma io posso dare loro la mia prospettiva. Per questo ho proposto loro di rinunciare a quella posizione».
Il direttore di gara della Formula 1 motiva il suo modus operandi durante il gran premio in Arabia Saudita: «Quando ho visto quanto successo in Curva 2, ho subito suggerito ai commissari di dare ai team la possibilità di restituire la posizione. Poi è arrivata la bandiera rossa e la gara è stata sospesa, quindi abbiamo lavorato per correggere efficacemente quanto accaduto prima di ripartire».
Infine Masi ha avuto modo di spiegare che quel tipo di “trattativa” non è fatto qualcosa di nuovo e che già altre volte ha proceduto nella medesima maniera: «Quanto accaduto è stata una discussione molto normale, è già successo in diverse occasioni sia quest’anno che in passato».
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