Diego Armando Maradona ha vissuto accompagnato sempre da splendide auto: ma nella sua “collezione” non manca qualche modello inconsueto
Diego Armando Maradona e le sue auto. A un anno dalla morte del più grande calciatore di sempre, la sua vita si può ripercorrere anche attraverso i mezzi che lo hanno accompagnato. Dall’Argentina a Napoli, passando per la Spagna. Il Pibe era un appassionato di automobili, anche se non era un “fanatico”. Apprezzava i modelli sportivi e costosi, ma non nascondeva di trovarsi più a suo agio con auto “normali”, in quanto più comode e spaziose. Soprattutto, il grande campione preferiva spesso vetture comuni in quanto lo aiutavano ad evitare i fan. Ovunque egli andava la gente lo perseguitava per una foto o un autografo: anche per questo “D10S” evitava di girare in fuoriserie. E nella sua collezione non manca qualche “chicca” e alcuni modelli davvero inconsueti.
Diego aveva origini umili, e anche quando cominciò ad avere un conto bancario “importante”, rimase con i piedi per terra. La sua prima auto da lui acquistata fu una Fiat 128 CLS, comprata a Buenos Aires alla vigilia di Natale. L’ha avuta per poco tempo, perché arrivò presto il trasferimento al Barcellona e il Pibe la vendette due anni dopo. Intanto aveva già deciso di fare il salto di qualità comprando nel 1980 una Porsche 924 del 1979, color grigio metallizzato. Un anno dopo alcuni suoi fan argentini fecero una mega colletta per regalargli una Mercedes-Benz 500 SLC. Fu il riconoscimento del prestigio che Diego stava portando nel suo paese. Si narra che a consegnare le chiavi del bolide fu Juan Manuel Fangio in persona, visto che la concessionaria era di sua proprietà.
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Maradona e le sue Auto: collezione unica, e c’è anche un camion
Diego si accontenta di queste vetture fino al 1984 quando decide che uno come lui merita una Ferrari. Chiede al suo manager Guillermo Coppola di procurargli una Testarossa, che Maradona vuole assolutamente nera. Alla fine il bolide fu un regalo del presidente del Napoli Ferlaino per la vittoria del Mondiale del 1986. All’epoca non erano previste colorazioni personalizzate, ma il campione viene comunque accontentato direttamente da Maranello. La curiosità: negli anni ’80 solo tre persone riuscirono ad avere una Ferrari non rossa. Si tratta di Maradona, Sylvester Stallone, Michael Jackson e Michael Jordan.
Qualche anno dopo uscì la Ferrari F40 e il campione ne fu stregato: anche in questo caso chiese di averla nera, ma il presidente Enzo Ferrari fu irremovibile. Essendo una vettura appena uscita non voleva snaturarla, e Diego accettò di acquistarla rossa. Il campione, però, utilizzò molto poco la F40, perché (così come la Testarossa) considerava queste vetture stupende, ma scomode. Anche per questo, nel 1986 rimediò con una Peugeot 205 Cabrio color azzurro Napoli. Fu un’edizione speciale con il logo della società azzurra donatagli dal club. Questa utilitaria è diventata poi un’auto da collezione conservata a Maranello.
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Nel 1991 Diego sceglie un’auto particolare: è una Renault Fuego GTA Max. 123 cavalli e taglio sportivo, che possiede soltanto per un anno. Dopo i Mondiali USA 1994 torna a vivere in Argentina, e per l’occasione si regala ben due Ferrari: ma sono identiche. Non si è mai capito il motivo, ma il campione comprò due F355 Spider rosse, acquistate contemporaneamente. Una delle due sarà venduta qualche mese dopo. Da quell’epoca in poi la vita di Maradona comincia a essere burrascosa: sempre in quell’anno compra un camion vero e proprio. Uno Scania 360 azzurro, che usa per spaventare i giornalisti che lo assediano, evitandogli di fermarlo quando tornava a casa.
Quando la sua situazione si stabilizza, Diego si trasferisce negli Emirati Arabi, e li acquista due Mini Cooper S. Ma si toglie “lo sfizio” anche di una sfarzosa Rolls-Royce Ghost con targa personalizzata. Tornato in Argentina per allenare il Gimnasia La Plata, grazie a una sponsorizzazione ottiene Bmw a piacimento. Quella che utilizza personalmente è una M4 Coupé blu scuro, che il Pibe decide di attrezzare con vere sirene della polizia e lampeggianti che utilizza per farsi riconoscere e superare indenne i vari varchi di controllo del campo senza doversi fermare.