Montezemolo racconta l’ingaggio di Schumacher in Ferrari, rivelando che ci fu un ruolo giocato da Lauda. Spiega anche il rapporto con Schumi.
L’arrivo di Michael Schumacher aveva permesso alla Ferrari di tornare sul tetto della Formula 1. Dopo quattro anni di lotta assieme, nel 2000 la scuderia di Maranello è tornata a vincere il titolo piloti e lo ha fatto per cinque anni consecutivi.
L’ingaggio del pilota tedesco fu fortemente voluto dall’allora presidente ferrarista Luca Cordero di Montezemolo, che riteneva fosse il driver giusto per riportare il Cavallino Rampante al top in F1. Schumi aveva vinto due mondiali con la Benetton e dunque sapeva cosa significava vincere. Ha dimostrato di essere l’uomo giusto quando ha indossato la tuta rossa.
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Montezemolo, Schumacher e Lauda
Montezemolo ha concesso un’intervista al Corriere dello Sport e ha parlato così della scelta di puntare su Schumacher: «Lo feci contattare da Niki Lauda per il primo affondo. Arrivò da noi al momento giusto. Tre anni prima non avrebbe fatto la differenza, non avevamo né la macchina né l’organizzazione».
L’ex numero 1 della Ferrari ha spiegato anche come fosse il rapporto con Michael: «Forte, ma meno stretto di quello con Niki. Fuori dalle gare non era un uomo così forte, aveva bisogno di sostegno psicologico. L’incidente con Villeneuve lo fece soffrire molto. Lo rendeva unico la grandissima attenzione ai dettagli, come Lauda. Era un vero uomo squadra».
Montezemolo ha buoni ricordi di Schumi e anche lui sta soffrendo per le sue condizioni di salute. Non ha mai voluto andare a trovarlo, non se l’è sentita dopo il grave incidente del 29 dicembre 2013 sulla pista da sci di Meribel. A proposito di sci, l’imprenditore italiano ha raccontato un aneddoto: «La verità è che Michael non sapeva sciare. Non poteva saperlo. Una clausola del contratto gli impediva di farlo».