Ripercorriamo la carriera di Loris Capirossi, ex pilota italiano di grande successo nel Motomondiale
Tra i piloti italiani che hanno raccolto buonissimi risultati nella storia del Motomondiale c’è sicuramente Loris Capirossi. Tre titoli mondiali, ventinove gare vinte, novantanove podi totali e quarantuno pole position in 238 gare disputate.
Quella di Capirex è stata una carriera con tante soddisfazioni. L’unico rimpianto è quello di non aver conquistato la corona iridata in top class, ma il suo valore di rider non si discute. Era un piacere vederlo lottare in pista ed è sempre stato molto apprezzato anche a livello umano nel paddock.
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Capirossi, dai titoli in 125 alla 250
Capirossi è nato il 4 aprile 1973 a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna. Già da piccolissimo si appassiona alle moto. Dopo aver corso in competizioni nazionali, è il 1990 l’anno del suo debutto nel Motomondiale. Guida la Honda NSR125R del team Pileri e vince subito il titolo 125. È il più giovane campione iridato nella storia, avendo trionfato a soli 17 anni e 165 giorni.
Esordio shock il suo, con tre vittorie di gara e altri cinque podi ottenuti durante la stagione. A dimostrazione che non si è trattato di un fuoco di paglia, rivince il mondiale 125 anche nel 1991. Sempre con lo stesso team, arriva primo in cinque gran premi e sale sul podio in altre sette occasioni. Dopo due corone iridate vinte, arriva il naturale passaggio in 250.
Nel 1992 guida sempre per la Honda ed è un anno non facile: solo 27 punti conquistati e dodicesimo posto in classifica. Nel 1993 c’è un salto di qualità, sempre su Honda: vince tre gare e sale altre quattro volte sul podio. Lotta per il titolo, che perde per soli 4 punti a favore di Tetsuya Harada. Fatale un fuoripista nell’ultima gara disputata sul circuito del Jarama. Nel 1994 ci riprova, ma è Max Biaggi a trionfare. Capirex chiude terzo con all’attivo quattro successi e altri cinque podi.
Il passaggio in 500 e il mondiale in 250
Nel 1995 sale in top class, la 500. Guida una Honda NSR500 e conduce una discreta stagione di esordio: conclude sesto in classifica con un podio conquistato in Catalogna all’ultima gara in calendario. Nel 1996 passa in sella a una Yamaha, quella del team del leggendario Wayne Rainey. A fine anno è decimo in classifica, ma vince l’ultima corsa del campionato in Australia. Era salito sul podio (terzo) anche in Indonesia.
Non trovando una sistemazione soddisfacente in 500, nel 1997 fa ritorno in 250. Corre con l’Aprilia e ha Harada come compagno di squadra. Il titolo va a Biaggi, mentre il bolognese conclude sesto con tre podi e zero vittorie. Nel 1998 vince il mondiale 250. In classifica precede Valentino Rossi e Harada. Con quest’ultimo ha avuto un contatto nel GP conclusivo della stagione in Argentina. Il giapponese ha accusato il rivale di averlo fatto cadere di proposito e Aprilia decise di interrompere il contratto. In seguito, il Tribunale di Venezia diede ragione a Loris e condannò la casa di Noale a un risarcimento.
Nel 1999 passa al team Gresini e guida una Honda RS250RW, vince tre gare ma chiude terzo in classifica. Il titolo va a Valentino Rossi.
Ritorno in 500/MotoGP, le lotte con Rossi e Biaggi
Nel 2000, anche grazie al lavoro del manager Carlo Pernat, torna in 500 e guida la Honda NSR500 del team Pons. Al suo fianco nel box Alex Barros. Annata di alti e bassi, ma vince al Mugello e sale sul podio in altre tre occasioni. È ottavo nella classifica generale. Nel 2001 rimane nella squadra spagnola e va decisamente meglio. Pur non vincendo gare, sono nove i podi che ottiene. A fine anno è terzo nella graduatoria assoluta. Belle le battaglie coi connazionali Rossi e Biaggi.
Nel 2002 inizia l’era MotoGP e Capirossi non dispone subito del nuovo prototipo quattro tempi, guida ancora la 500 due tempi. Conquista solo due podi ed è ottavo a fine stagione. Per il 2003 sposa il progetto Ducati e trova Troy Bayliss come compagno di squadra. Sale subito sul podio in Giappone, dopo tre ritiri arriva secondo al Mugello e poi vince a Barcellona. Va sul podio altre tre volte e chiude quarto assoluto.
Il 2004 è un anno più complicato, solo un podio e nono posto finale. Meglio nel 2005, con Ducati che passa alle gomme Bridgestone abbandonando le Michelin. Vince due gare (Motegi e Sepang), alla fine è sesto assoluto. Ha saltato Phillip Island e Istanbul per un infortunio rimediato in Australia.
Il 2006 rappresenta l’anno dei suoi maggiori rimpianti in MotoGP. Vince subito a Jerez e nel corso della stagione arriva primo altre due volte, mettendo insieme anche altri cinque podi. Alla fine è terzo con 23 punti di ritardo dal campione Nicky Hayden. Pesa tantissimo l’incidente innescato dal suo nuovo compagno di squadra Sete Gibernau in Catalogna. Caduta, ritiro e infortunio. Capirossi anche ad Assen non sta bene e chiuse solo quindicesimo.. Anche a Silverstone non è al 100%, infatti conclude nono. Tanti punti decisivi persi.
Da Ducati a Suzuki, ritiro e ingresso nella Race Direction
Nel 2007 si passa alle moto con 800cc e il pilota emiliano fatica. Casey Stoner, suo nuovo compagno di squadra, però vince il titolo mondiale. Loris vince solo a Motegi e conquista altri tre podi. Il rapporto con Ducati si deteriora e gli viene preferito Marco Melandri per il 2008, anno in cui lui passa in Suzuki. Trascorre tre stagioni con il team di Hamamatsu e va sul podio solamente in un’occasione (Brno 2008). Tra problemi fisici, ritiri e non elevata competitività della moto non è un triennio semplice.
Per il 2011 trova posto nel team Pramac e torna a guidare una Ducati. Non è una grande stagione, a Misano annuncia che a fine anno si sarebbe ritirato dalle corse. A Valencia, dove corre l’ultima gara, utilizza il numero 58 del compianto Marco Simoncelli (morto a Sepang nel GP precedente).
Dopo il ritiro è inizialmente commentatore tecnico su Sky Sport MotoGP. Da gennaio 2017 entra nella Race Direction come rappresentante di Dorna Sports, società organizzatrice del Motomondiale. Tuttora svolge tale ruolo in ogni gara del Mondiale.