Moto GP

Alex Barros, l’amico-rivale di Valentino Rossi: cosa fa oggi l’ex pilota MotoGP

Ripercorriamo la carriera di Alex Barros, pilota che ha corso sia in 500/MotoGP che nel Mondiale Superbike. Valentino Rossi lo ricorda bene.

Alex Barros (Getty Images)

Non ha ottenuto alcun titolo iridato, ma Alex Barros è stato comunque un pilota in grado di vincere sette gare nel Motomondiale e una nel Mondiale Superbike. Trentotto i podi totali conquistati nelle esperienze vissute tra i due paddock.

Risultati di tutto rispetto quelli del brasiliano, oggi 51enne e ancora grande appassionato di motociclismo. I tempi delle sue battaglie con Valentino Rossi e altri colleghi sono lontani, però i ricordi rimangono positivi.

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La carriera di Barros nel Motomondiale

Alex Barros con la Suzuki nel 1993 (Getty Images)

Barros è nato a San Paolo il 18 ottobre 1970 e ha debuttato nel Motomondiale nel maggio 1986 quando doveva ancora compiere 16 anni. Corre nella classe 80 con una Autisa e vive una prima stagione non semplice, con vari ritiri e solo 6 punti conquistati. L’anno seguente in sella a una Arbizu/Casal di punti ne ottiene 8. In due anni il miglior piazzamento in gara è il settimo posto di Misano nel 1987.

Invece di passare in 125, nel 1988 fa il salto in 250. Corre solamente un gran premio, in Brasile, finendo per ritirarsi. Per la stagione seguente viene ingaggiato dal team Venemotos e guida una Yamaha. Mette insieme 30 punti, con quattro piazzamenti in top 10 e un diciottesimo posto finale nella classifica generale.

Pur senza podi e vittorie, riceve una chiamata dalla 500. Dal 1990 al 1992 è in sella alla Cagiva. In classifica generale termina sempre fuori dalla top 10. Ad Assen, nell’ultima stagione con la moto italiana, arriva terzo e conquista così il suo primo podio assoluto nel Motomondiale.

Suzuki crede in Barros, che firma per il team Lucky Strike e trova come compagno il leggendario Kevin Schwantz che proprio nel 1993 vince il suo unico titolo mondiale 500. Il brasiliano disputa la sua migliore stagione in top class con 125 punti conquistati, ma soprattutto la vittoria a Jarama (Spagna) e il secondo posto a Laguna Seca. È sesto nella graduatoria finale.

Nel 1994 rimane con il medesimo team e conclude ottavo, ma fa più punti (134). Un solo podio, la seconda posizione ad Assen. È un campionato con rendimento abbastanza costante per lui, che si ritira solamente a Donington e chiude le gare sempre in top 8.

Le esperienze con Honda in 500/MotoGP

Alex Barros davanti a Valentino Rossi, entrambi su Honda, a Phillip Island 2002 (Getty Images)

Nel 1995 firma con il team Kanemoto e guida una Honda. Settima posizione finale in campionato con 104 punti. Nessun podio, ma chiude sempre tra i primi nove (tolti due ritiri a Suzuki e Donington). L’anno seguente passa al team Pileri e, sempre in sella a una Honda, disputa un buonissimo Mondiale: sale tre volte sul podio ed è quarto con 158 punti a fine anno.

Nel 1997 e nel 1998 è con il team Gresini, prima guida la Honda NSR V2 e poi la V4. Nel biennio con la squadra di Fausto Gresini conquista complessivamente 239 punti e tre podi. La seconda stagione, conclusa col quinto posto iridato, è la migliore.

Dal 1999 al 2002 corre ancora con la Honda, ma per il team Pons. Nel 2000 vince ad Assen e Sachsenring. In Germania beffa Valentino Rossi per soli 78 millesimi. Nel 2001 trionfa al Mugello davanti al compagno di squadra Loris Capirossi e a Max Biaggi. L’anno seguente, quando la categoria cambia e prende il nome di MotoGP, vince a Motegi e Valencia. Conclude per il terzo campionato consecutivo al quarto posto nel Mondiale. Da segnalare che nel 1999 ha vinto la 8 Ore di Suzuka con Tadayuki Okada.

Yamaha, ritorno in Honda, Superbike, Ducati e ritiro

Alex Barros sul podio di Donington 2003 con Valentino Rossi e Kenny Roberts jr (Getty Images)

Termina l’esperienza con la struttura di Sito Pons con quattordici podi totali. Nel 2003 firma per la Yamaha, che lo ingaggia per sostituire Biaggi (finito in Honda proprio nel team Pons). La stagione è molto difficile, ottiene un solo podio (a Le Mans) ed è nono nella graduatoria generale. Non rinnova con la casa di Iwata, che punta su Valentino Rossi per il 2004.

Anche se le cose con Yamaha non sono andate bene, Honda si ricorda di lui e lo ingaggia nel team ufficiale Repsol come sostituto proprio di Rossi e compagno di Nicky Hayden. Conquista quattro podi e altri cinque piazzamenti in top 5, chiudendo quarto in classifica generale. Nel 2005 guida ancora una Honda, ma ritorna nel team Pons e ha Troy Bayliss come compagno. Vince a Estoril (Portogallo), battendo Valentino Rossi di quasi 3″, e ottiene un altro podio a Donington. Conclude ottavo.

Nel 2006 si trasferisce nel Mondiale Superbike, guida una Honda CBR1000RR del team Klaffi. Va sul podio complessivamente sei volte, una delle quali è la vittoria di Gara 1 a Imola. Nel 2007 torna in MotoGP, ma stavolta con la Ducati del team Pramac D’Antin. È un anno di alti e bassi, però riesce a salire sul podio almeno una volta: al Mugello, dietro a Rossi e Pedrosa. Al termine del campionato decide di ritirarsi.

Rientro nelle corse ed elogio da Rossi

Alex Barros e Valentino Rossi (foto Instagram)

Barros nel 2016 sorprende tutti decidendo di tornare in pista a 46 anni. Lo fa nel campionato Superbike Brasil, guidando una BMW del suo team Alex Barros Racing. Vince delle gare, è vice-campione nel 2018 e finisce terzo nel 2019. Poi arriva la decisione di ritirarsi definitivamente dalla gare.

Oggi ha 51 anni, dirige la sua squadra Alex Barros Racing in Superbike Brasil e anche la Alex Barros Riding School (scuola di guida in circuito). Con la sua “academy” cerca di aiutare giovani piloti brasiliani a emergere.

Nel settembre 2001 in un’intervista a BT Sports, Valentino Rossi fa un’ammissione importante: «Barros è uno dei piloti dai quali ho imparato a frenare forte ed entrare in curva». Ad Alex farà piacere sapere di essere servito per la crescita di una leggenda del Motomondiale…

Matteo Bellan

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