La carriera di Marco Melandri, ex pilota che è stato protagonista sia in MotoGP che in Superbike. Ora è rimasto nel motorsport ma con un altro ruolo
Tra i piloti che possono vantarsi di essere stati campioni del mondo c’è anche Marco Melandri. Grazie al titolo vinto nella classe 250 nel 2002 è diritto un membro di questo esclusivo club.
Il ravennate è stato grande protagonista anche in MotoGP e pure in Superbike. In top class ha trovato Valentino Rossi ha sbarrargli la strada verso la gloria, invece nel campionato mondiale delle derivate di serie gli è mancato qualcosa per diventare campione. Una carriera comunque positiva la sua.
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Melandri, inizio carriera e passaggio in MotoGP con Yamaha
Melandri nasce a Ravenna il 7 agosto 1982. A 5 anni corre con le BMX, a 8 passa alle minimoto. Nel 1992 e 1994 è campione italiano. Nel 1996 vince la Coppa Honda e l’anno seguente vince il titolo italiano 125. Nello stesso anno debutta nel Mondiale 125 in sostituzione di Mirko Giansanti: corre il Gran Premio della Repubblica Ceca a Brno, concludendolo al 17° posto.
Nel 1998 è pilota ufficiale Honda nel campionato mondiale 125. Alla quarta gara arriva secondo al Mugello, ottenendo lo stesso piazzamento anche nelle successive due. Alla settima ad Assen vince, trionfando poi pure a Brno. Esordio col botto nel Motomondiale, concludendo al terzo posto della classifica generale. Rimane in Honda e nel 1999 di gare ne vince cinque, arrivando secondo di un punto dietro al campione Emilio Alzamora.
Nel 2000 passa in 250 con l’Aprilia. Prima stagione conclusa al quinto posto, la seconda al terzo (al Sachsenring la prima vittoria nella categoria) e nel 2002 si aggiudica il titolo mondiale sconfiggendo Fonsi Nieto. La grande stagione nella classe intermedia gli fa guadagnare la chiamata dalla MotoGP, dove guida una Yamaha M1 ufficiale del team Fortuna. È un anno molto difficile, conquista solo 45 punti ed è quindicesimo in classifica. Nel 2004, complice l’arrivo di Valentino Rossi in Yamaha, guida una M1 della squadra satellite. Le cose vanno meglio, perché la moto è migliorata, e conquista due podi (Catalogna e Assen). Termina con 75 punti e il dodicesimo posto assoluto.
Passaggio in Honda, rivalità con Valentino Rossi e disastro Ducati
Nel 2005 cambia marchio, passa alla Honda del team Movistar gestito da Fausto Gresini. È compagno di squadra di Sete Gibernau e lo batte. Vince due gare (Istanbul e Valencia) e va altre cinque volte sul podio, arrivando secondo dietro a Valentino Rossi nella graduatoria generale. Fa dei bei duelli con il Dottore e gli altri piloti italiani, Loris Capirossi e Max Biaggi.
Nel 2006 rimane nella stessa squadra e vince tre gran premi (Turchia, Francia e Australia), ma chiude quarto il Mondiale. L’anno seguente non vince, fa solamente tre podi ed è quinto in classifica. Nel 2008 accetta di passare in Ducati come compagno del neo campione del mondo Casey Stoner. È una stagione disastrosa, la casa di Borgo Panigale addirittura lo fa parlare con degli psicologi. Il ravennate conclude in top 10 solamente tre gare e alla fine del campionato conquista solo 51 punti. Aveva firmato un contratto biennale, ma si accorda con la casa di Borgo Panigale per anticipare l’addio di un anno.
Accetta di sposare il progetto Kawasaki, ma poco dopo la casa di Akashi decide di abbandonare la MotoGP. Il pilota romagnolo disputa la stagione con un team ribattezzato Hayate e in sella a una ZX-RR con livrea nera, invece della classica verde Kawasaki. Ottiene un podio a Le Mans e conclude in decima posizione il Mondiale. Nel 2010 Fausto Gresini lo riaccoglie nel suo team e gli affida una Honda. Marco Simoncelli è il suo compagno di squadra ed è un pilota semi-ufficiale, dunque con materiale tecnico migliore. Melandri non ottiene alcun podio, il miglior piazzamento è il quinto posto al Mugello. Termina l’annata ancora decimo.
Dalla MotoGP alla Superbike
In MotoGP non è più felice e non trova una sistemazione a lui gradita, quindi decide di passare al Mondiale Superbike. Nel 2011 guida per la Yamaha, arrivando subito secondo in classifica. Nonostante i buoni risultati, la casa di Iwata decide di abbandonare la categoria e il pilota accetta l’offerta della BMW. Va fortissimo e si gioca il titolo, ma sul più bello la casa di Monaco di Baviera annuncia che l’intenzione di ritirare il team factory dalla SBK e il ravennate incappa in una serie di cadute decisive per perdere il Mondiale (lo vincerà Biaggi per mezzo punto su Sykes).
Nel 2013 guida ancora una BMW, ma affidata alla filiale italiana. Non è competitivo come l’anno precedente, ma vince comunque tre gare e conclude con il quarto posto in graduatoria. Nel 2014 finalmente passa all’Aprilia, considerata la moto migliore della griglia. Ha una grande occasione per puntare al titolo, però il compagno di squadra Sylvain Guintoli fa meglio e si aggiudica la corona iridata. Lui chiude quarto, battuto anche da Sykes (Kawasaki) e Rea (Honda). Partecipa comunque alla vittoria del Mondiale Costruttori della casa di Noale.
Nel 2015 Aprilia lo sposta in MotoGP, ma su una moto al debutto che è completamente inadatta a competere nella categoria. Disputa otto gran premi disastrosi e poi si accorda per la risoluzione del contratto. Fa un anno sabbatico, nonostante qualche proposta. Torna in Superbike nel 2017 con la Ducati del team Aruba Racing. Vi resta per due anni, chiudendo quarto e quinto in classifica: tre vittorie e altri venti podi. Non viene confermato, al suo posto arriva Alvaro Bautista sulla nuova Panigale V4 R.
Melandri rimane in SBK, trovando una sella nel debuttante team GRT Yamaha guidato da Mirko Giansanti e Filippo Conti. Annata con alti e bassi, va tre volte sul podio e incappa anche in diverse gare negative. Non ha il feeling che vorrebbe con la R1. A fine 2019 decide di ritirarsi.
Breve ritorno in Superbike, ritiro e passaggio a DAZN
Nel febbraio 2020 viene annunciato che Melandri farà parte del team di commento di DAZN per la MotoGP. A luglio, però, esce dal ritiro perché accetta di fare ritorno in SBK nel team Barni Ducati in sostituzione dell’infortunato Leon Camier. Disputa quattro round, prima di dire nuovamente basta con le corse. Rimane il pilota italiano più vincente della categoria con 22 successi in gara.
È confermato anche per il 2021 da DAZN e il suo commento tecnico è molto apprezzato dagli appassionati MotoGP. Melandri si gode la compagna Manuela Raffaetà, con la quale ha messo al mondo una bambina di nome Martina (oggi 7 anni). Continua a fare tanto sport, come testimoniato dal suo profilo ufficiale Instagram.
Qualche rimpianto nella sua carriera ce l’ha. Avrebbe potuto ottenere qualcosa in più probabilmente, soprattutto in Superbike. Un rimpianto è anche il deterioramento del rapporto con Valentino Rossi, con il quale era amico fin dalla giovanissima età. Alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: «Ci conosciamo fin da piccoli, siamo stati molto amici da bambini e andavamo alle gare insieme. Gli prestavo anche la mia moto per correre. Siamo cresciuti assieme. A un certo punto tutto si è complicato. Venivo paragonato a lui, venivo dopo di lui, ero considerato quello che copiava e faceva meno di Valentino perché vincevo meno. Quando ci siamo trovati contro in MotoGP, il business ha preso il sopravvento sulla relazione umana. Ci siamo persi, ma da parte mia stima e rispetto non mancheranno mai».