Casey Stoner, dai trionfi alla malattia: cosa fa oggi l’ex campione MotoGP

Ripercorriamo la carriera di Casey Stoner, indimenticato pilota che in MotoGP ha fatto gioire tifosi Ducati e Honda. Fu rivale di Valentino Rossi.

Casey Stoner
Casey Stoner (©Getty Images)

Nessuno ha dubbi sull’immensità del talento di Casey Stoner, uno dei migliori piloti dell’era MotoGP. Due titoli mondiali vinti, ma avrebbero potuto essere di più.

Ha comunque lasciato il segno nel Motomondiale. È l’unico ad aver vinto il titolo con la Ducati nella classe regina, motivo per il quale il popolo ducatista lo ama ancora tantissimo. Ed è stato capace di vincere anche in sella alla Honda, entrando nel club dei rider che sono riusciti a trionfare con due moto differenti.

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Casey Stoner, l’inizio della carriera

Casey Stoner
Casey Stoner nel 2002 (©Getty Images)

Nato a Southport (Australia) il 16 ottobre 1985, Stoner fin da bambino è un appassionato di moto e in patria vince numerosi titoli nelle cilindrate 50 e 125. Ma per diventare un grande pilota serve sbarcare in Europa, cosa che fa nel 2000. Partecipa al challenge Aprilia 125 spagnolo. L’anno seguente prende parte al campionato inglese (concluso al secondo posto con sette vittorie) e anche a quello spagnolo (altra seconda posizione finale e tre vittorie).

Nel 2001 fa anche le sue prime apparizioni nel Motomondiale. Da wild card nel campionato 125 corre su una Honda in Inghilterra (diciassettesimo) e Australia (dodicesimo). Lucio Cecchinello ne apprezza il talento e lo ingaggia nel suo team, facendolo correre su una Aprilia nella classe 250 nel 2002. Conclude la stagione dodicesimo con 68 punti, il miglior piazzamento è il quinto posto a Brno.

Nel 2003 scende di categoria, corre in 125 sempre con la squadra di Cecchinello. Vince una gara a Valencia e sale sul podio altre tre volte (Sachsenring, Rio de Janeiro e Motegi). Cinque ritiri e due GP (Repubblica Ceca e Portogallo) saltati per infortunio. Conclude all’ottava posizione in classifica generale con 125 punti.

Nel 2004 passa in KTM, regalando anche alla casa austriaca la prima vittoria nel Motomondiale trionfando a Sepang. Conquista altri cinque podi e conclude il campionato al quinto posto con 145 punti. Come l’anno precedente, cinque ritiri e due GP mancati per infortunio. L’australiano si fa notare per qualche caduta di troppo, anche se il suo potenziale si vede.

Cecchinello lo riprende nel 2005, riportandolo nel suo team in 250. Disputa un’ottima stagione in sella all’Aprilia, vincendo cinque gare e salendo sul podio altre cinque volte. Nel Mondiale è secondo con 254 punti, a 55 lunghezze dal campione Daniel Pedrosa.

MotoGP, titolo Ducati e rivalità con Valentino Rossi

Rossi Stoner
Valentino Rossi e Casey Stoner (Getty Images)

Cecchinello crede fortemente in Stoner e convince la Honda ad affidargli una RC211V nel 2006 in MotoGP. In Qatar arriva in ritardo al circuito per un problema di volo aereo, stampa comunque il miglior tempo in FP1 al venerdì. Sabato, invece, conquista la pole position e poi in gara chiude quinto. Al terzo GP in Turchia sale sul podio (è secondo), l’unico di quell’anno terminato con 119 punti e l’ottavo posto finale in classifica. Ben sei ritiri e il GP di Germania saltato per una commozione cerebrale. Ha il soprannome di ‘Rolling Stoner’ per le troppe cadute, ma il pilota australiano fa intravedere che il talento c’è.

Cecchinello ha un’opzione per prolungargli il contratto fino al 2007, ma per sua stessa ammissione non riesce a esercitarla per ragioni economiche. L’offerta che fa a Casey non è allettante come quelle di altri team. Ad assicurarselo è la Ducati, che non trova l’accordo per il rinnovo di contratto con Sete Gibernau e decide di puntare su Stoner dopo aver valutato anche altri piloti. Alla fine questa scelta si rivelerà azzeccatissima.

Ad debutto con la Desmosedici GP7 vince in Qatar, poi trionfa in altre nove gare e vince il titolo mondiale MotoGP 2007. Rimane tuttora l’unica corona iridata pilota ottenuta dalla casa di Borgo Panigale in top class. È incredibile la capacità dell’australiano di andare subito forte con la sua moto, un talento naturale. Ed è notevole anche la differenza con i suoi colleghi di marca, incluso il compagno di squadra Loris Capirossi.

Nel 2008 ha un nuovo teammate, Marco Melandri, e lotta per il titolo contro Valentino Rossi. Vince sei gare e sale altre quattro volte sul podio, ma non riesce a confermarsi campione del mondo. È l’italiano a riprendersi lo scettro della MotoGP. Tra i due rimane celebre il duello di Laguna Seca, con una lotta durissima e anche un contatto dopo che Rossi era finito lungo al Cavatappi. Casey, giunto secondo in seguito anche a una caduta, non prese bene quella battaglia e accusò il rivale di scorrettezze. Dopo quel GP, cadde e si ritirò sia a Brno che a Misano mentre era il leader delle corse. Spianò così la strada al successo del Dottore.

Nel 2009 vince la prima corsa in Qatar e poi altre tre nel corso della stagione, conclusa al quarto posto con 220 punti. Significativa la vittoria al Mugello, perché era la prima di Ducati nel GP d’Italia ed è stato interrotto il dominio di Rossi che durava da sette anni. Annata difficile comunque per Stoner, che per problemi di salute salta Brno, Indianapolis e Misano.

Nel 2010 tre successi e altri sei podi, chiude nuovamente quarto nella classifica mondiale. A luglio Ducati ha comunicato che il rapporto con il pilota sarebbe terminato a fine campionato e così lui firma per la Honda.

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Secondo Mondiale con Honda e ritiro

Casey Stoner
Casey Stoner campione del mondo MotoGP 2011 con Honda (Getty Images)

Nella sua autobiografia “Pushing The Limits”, il rider di Southport ha raccontato del difficile rapporto con Ducati prima del passaggio in Honda.

Al primo anno con il team Repsol ha vinto il suo secondo titolo mondiale MotoGP. Ben dieci le vittorie, più altri sei podi. Un campionato dominato, mentre Rossi con la sua Ducati è affondato. Tra i due anche un episodio nel GP di Spagna a Jerez, quando sul bagnato Valentino stese Casey durante una manovra di sorpasso. A fine gara il Dottore andò a scusarsi e l’australiano gli rispose piccato “La tua ambizione ha superato il tuo talento“.

Nel 2012 inizia il campionato con un terzo posto e due vittorie, al quarto GP in Francia annuncia che a fine stagione si ritirerà. Una notizia scioccante per tutto il paddock MotoGP. Era il 17 maggio e in conferenza stampa l’allora 26enne Stoner ha spiegato cosa lo abbia portato a dire basta: «Ci pensavo da due anni. Ho parlato con la mia famiglia e ho deciso. Ci sono cose di questo ambiente che non sono compatibili con me e che non mi piacciono, nonostante abbia passato anche dei bellissimi e indimenticabili momenti».

L’ambiente della MotoGP non gli era più gradito e ha preferito farsi da parte, anche se aveva ancora tanti anni di carriera davanti e altri titoli da poter vincere oltre ai due già conquistati. Ha lasciato con un totale di 176 gare disputate, 45 vittorie, 89 podi, 43 pole position.

Dopo il ritiro e la malattia

Casey Stoner
Casey Stoner nel 2019 al GP d’Australia di F1 a Melbourne (Getty Images)

Dopo il ritiro è stato collaudatore Honda prima e Ducati poi. Nel primo caso l’esperienza terminò perché, a suo dire, Marc Marquez non lo voleva attorno. Nel 2015 ha firmato con la casa di Borgo Panigale per fare il test e poi il rapporto si è concluso nel 2018, perché sentiva di non poter dare al team ciò che voleva: «Lavoravamo molto bene insieme – ha raccontato – sapevo ciò che volevano i piloti, ma purtroppo a volte non lo capiscono».

Nel dicembre 2019 Stoner in un’intervista al podcast ‘Rusty’s Garage’ ha fatto rivelato di soffrire di una malattia, la sindrome da stanchezza cronica: «Non sono in grado di mantenermi in forma e in salute. Ho un problema abbastanza serio, perché le mie costole vanno fuori asse, ed essendo collegate alle vertebre mi causano anche dolore alla schiena. Si crea pressione sui dischi, facendo fuoriuscire un po’ di liquido. Questo a sua volta mette pressione sul nervo e genera degli spasmi. E ci vuole circa una settimana prima che le cose tornino alla normalità».

Gli mancano le energie quando fa qualcosa e non è facile vivere in tale situazione. Nel novembre 2020 a El Mundo ha confermato di stare ancora male: «Questa malattia mi sta distruggendo e non so come gestirla. Ho passato i primi sei mesi di quest’anno dal letto al divano. Riuscivo a malapena ad alzarmi per mangiare. Ora sto meglio, sto imparando a gestire meglio la mia energia. Inizio la giornata col 50% e poi cala fino a svuotarmi. Prima mi divertivo, uscivo in moto, pescavo e giocavo a golf, ora sto solo tirando avanti. Per il momento non ci sono cure. Diverse aziende ci stanno lavorando».

Il due volte campione del mondo ha anche promosso una raccolta fondi per la ricerca sulla malattia che lo affligge. La cosa che tutti gli augurano è di guarire quanto prima, anche se dalle sue parole si intuisce che il processo non sarà breve perché una cura esatta non c’è. Casey vive nella sua Australia e continua a lottare, come faceva quando gareggiava.

 

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