Formula 1

Formula 1, cos’è l’Undercut: strategia e rischi per i team

In Formula 1 è sempre più ricorrente l’undercut: cos’è la strategia utilizzata dai piloti e dalle scuderie ed i rischi per i team

Un pit stop in Formula 1 (Getty Images)

La Formula 1, soprattutto negli ultimi anni, è sempre più impegnata nella ricerca ossessiva dell’aerodinamica perfetta, dell’elettronica che controlla le monoposto e di strategie efficaci in gara. Si lavora fino allo sfinimento per poter guadagnare anche solo un decimo rispetto all’avversario di turno ed ogni azione che possa permettere di farlo è studiata nei minimi particolari dai team.

Capita sempre più spesso mentre si assiste a un Gran Premio di ascoltare il termine “Undercut”. Che cosa indica questa parola. Essenzialmente una strategia utilizzata dalle scuderie per guadagnare, senza sorpasso in pista, la posizione rispetto al rivale che sta davanti in quel preciso momento della gara.

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L’undercut in Formula 1: in che consiste la strategia

Hamilton e Verstappen (Getty Images)

Tanti, infatti, i fattori che entrano in gioco nell’undercut. Il pilota che opta per l’undercut, spreme il più possibile lo pneumatico che monta per poi anticipare la sosta – che dovrà essere il più veloce possibile – rispetto al rivale e rientrare in pista spingendo nei primi giri con le nuove gomme; l’obiettivo è guadagnare quei secondi sufficienti a farlo restare davanti all’avversario al momento del pit stop.

Chiaramente bisogna effettuarlo sperando di non incontrare “traffico” davanti, perché in quel caso si ritorcerebbe contro come un boomerang. E’ questa una delle variabili impazzite di questa strategia che mira a stressare le gomme fresche fin dai primi metri. E può essere il punto debole dell’undercut, perché il pilota deve assumersi dei rischi riuscendo però a gestire il treno montato; il rischio infatti è poi trovarsi in difficoltà nelle fasi successive del Gran Premio contro l’avversario con gomma più fresca.

Giovanni Spinazzola

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