Dopo la vittoria di Max Verstappen al GP di Stiria, la Red Bull ha “provocato” la Mercedes sui social. Il post su Twitter
Grazie ad una brillante prestazione Max Verstappen si è aggiudicato il Gran Premio di Stiria, ottenendo la sua quarta vittoria stagionale. Al termine della gara, la Red Bull ha festeggiato il successo del proprio pilota, per poi spostare le esultanze sui social con un post su Twitter “indirizzato” alla Mercedes, che proprio sul Red Bull Ring aveva trionfato in entrambe le occasioni dell’anno scorso, alla prima con Bottas e poi con Hamilton nel bis della settimana dopo.
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F1 GP Stiria, vittoria Verstappen: il post Red Bull identico a quello Mercedes
Nello specifico, la Red Bull ha condiviso sui social l’immagine dell’arrivo sul traguardo di Verstappen con una didascalia identica a quella scritta dal team rivale in occasione della vittoria del campione inglese al GP di Stiria della stagione scorsa. “Cosa possiamo dire, amiamo venire al Red Bull Ring” si legge su Twitter.
What can we say… We ❤️ coming to the Red Bull Ring! 😜 #StyrianGP 🇦🇹 pic.twitter.com/PSuDDwAQIS
— Red Bull Racing Honda (@redbullracing) June 27, 2021
Provocazione, chi lo sa… Indubbiamente una scelta curiosa che sarà stata sicuramente notata in casa Mercedes e che testimonia un momento di rivalità molto forte tra i due team. In particolare, nelle settimane scorse, il team di Brackley ha evidenziato una irregolarità – mai confermata dalla FIA – sull’ala posteriore della RB16B. Inoltre, dopo il GP di Francia, Toto Wolff ha lanciato un’accusa sul motore della monoposto avversaria, a sua detta troppo potente considerati i limiti imposti dal regolamento di quest’anno.
What can we say… We ❤️ coming to the Red Bull Ring! 😜 #AustrianGP pic.twitter.com/LkAQmXAUra
— Mercedes-AMG PETRONAS F1 Team (@MercedesAMGF1) July 12, 2020
Ovviamente, non si sono fatte attendere le repliche di Christian Horner, che continua a difendere la regolarità del lavoro della sua squadra e di Honda. Tra una settimana si ricomincia con un altro duello allo Spielberg.
