La Vespa di “Luca”, omaggio alla Liguria e al suo mito a due ruote

Pochi mezzi quanto la Vespa sono entrati a pieno titolo nel mondo del cinema e della televisione con grande successo, l’ultimo esempio è il film Disney “Luca”

Luca Vespa
Andrea Warren, voce femminile di Giulia con Enrico Casarosa davanti a una Vespa (Getty Images for Disney)

Presentato in in tutto il mondo, sul proprio canale online, la Disney ha lanciato il suo ultimo cartone animato, “Luca”, interamente ambientato in Liguria. Il regista è il genovese Enrico Casarosa che non poteva realizzare qualcosa di più straordinario per spiegare quella che è la Liguria, un mondo a parte.

Luca e la Vespa

Si chiama Luca Paguro, ed è un mostro marino che con l’amico Alberto (Scorfano) si trasforma in un essere umano, al caldo sole della Liguria. É la splendida fiaba che gli sceneggiatori Disney e Pixar hanno creato ricreando un’Italia meravigliosa, quella felice e spensierata del boom economico a cavallo tra gli anni ’50 e ‘60.

Tutto ruota attorno a un piccolo borgo marittimo, la città immaginaria di Portorosso dove Luca e Alberto stringeranno amicizia con Giulia, la figlia di un pescatore locale e dovranno guardarsi le spalle dal bullo del paese, Ercole Visconti.

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La trama del film ‘al pesto’

Ma la vera protagonista in definitiva è la Vespa. Ambito premio di una competizione locale, lo storico scooter Piaggio diventa un mezzo di evasione, di scoperta e di avventura tra gli scorci liguri della riviera che vengono meravigliosamente ricostruiti. Luca e Alberto, costantemente a rischio che la loro identità venga svelata (basta uno schizzo d’acqua a rivelare che sono creature del mare) ne costruiranno una con materiale di fortuna.

Tra un’avventura e l’altra riusciranno a stringere una solida amicizia con Giulia, tenere a bada il bulletto del paese (che guida una Vespa nuova rosso fiammante) e dimostrare che l’amicizia e le ambizioni valgono più di qualsiasi luogo comune.

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La Liguria in Vespa

Un film splendido: del quale i liguri si sono innamorati. Perché ogni fotogramma rivela piccoli dettagli di una regione che sa nascondersi e che si racconta mal volentieri. Impagabile la scena in cui la Vespa del bullo Ettore rischia di cadere a terra in una piazza identica a quella di Vernazza, Cinque Terre. L’Isola del Mare di fronte a Portorosso è identica al Tino, nel Golfo dei Poeti.

Una via del borgo si chiama Revello, come il leggendario forno di Camogli che prepara la miglior focaccia al formaggio del mondo. La Latteria di chiama San Giorgio, come il patrono di Genova e una vecchia latteria che è esistita fino a quindici anni fa nei caruggi. Per non parlare delle citazioni in vernacolo. Le Gomme Ravatti, si riferiscono al ‘ravatto’ una cianfrusaglia di poco conto in lingua zeneixe. Non potevano mancare il pesto, la farinata e la focaccia.

Con una citazione finale per Zena, Genova, la città di Giulia. Con il campanile bianco e nero di San Lorenzo e la Lanterna. La Vespa, nata a Genova nei capannoni della genovesissima Piaggio di Sestri Ponente, spicca in un film che trasuda Liguria.

 

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