Dopo due anni tra F3 e F2, Yuki Tsunoda ha debuttato in Formula 1 nel 2021. E’ il primo classe 2000 nel circus. Tanti gli errori del giapponese
Il giapponese Yuki Tsunoda è il primo pilota classe 2000 in Formula 1. Al debutto con l’Alpha Tauri, ha impressionato tutti in qualifica al GP Bahrain. Ma nel corso della stagione si sono moltiplicati gli errori.
Tante le imprecisioni, le mancanze dovute all’inesperienza. Incerto in Portogallo e al Montmelò, opaco a Montecarlo, Tsunoda ha chiuso le qualifiche al GP Francia con un testacoda all’inizio della Q1.
Prima del GP Azerbaijan a Baku aveva confermato che sarebbe venuto ad abitare a Faenza, quartier generale dell’Alpha Tauri, per accelerare l’affiatamento anche con il team. Debuttante assoluto in Formula 1, Tsunoda aveva già chiesto che fosse presa questa decisione all’inizio della stagione.
Chi lo conosce, lo racconta come un giapponese atipico, dal carattere acceso e facile a infiammarsi. Lontano, dunque, dall’immagine di calma e quasi di distacco che accompagna i nipponici. Ma è veloce, e lo ha dimostrato anche nelle ultime due stagioni. Non a caso, in due stagioni è passato dalla Formula 3 al volante dell’Alpha Tauri accanto a Pierre Gasly.
In un paio d’anni in Europa, il giapponese Yuki Tsunoda ha bruciato le tappe. Nel 2019 ha chiuso al nono posto il campionato di Formula 3, nel 2020 al quarto in Formula 2. Tanto è bastato a convincere la Red Bull, che l’ha inserito nel programma per giovani piloti, a promuoverlo in Formula 1.
“In Giappone avevo molta fiducia in me stesso, ma non avevo mai corso in Europa” raccontava al sito della F1. “Helmut Marko mi ha detto che se volevo entrare nel programma Red Bull junior, dovevo garantire prestazione all’altezza di quelle dei miei avversari in Formula 3″.
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L’inizio non si può definire ottimale. Va a punti due volte nelle prime sette gare in Formula 3 nel 2019. Cambia tutto però a Spa. E’ un weekend tragico, segnato dalla morte in pista di Anthoine Hubert, amico anche di Charles Leclerc. Per Tsunoda, è il weekend del suo primo podio in Formula 3. Chiude secondo alle spalle di Leonardo Pulcini e inizia a rivelare il suo stile di guida. Non è un pilota spettacolare, ma composto, solido e veloce.
Diventa tutto ancora più chiaro a Monza, nel Round 2 del penultimo appuntamento della stagione. Sesto in griglia, terzo dopo la prima curva, si porta in testa e lotta con Jake Hughes. Il momento più appassionante matura alla Parabolica, quando il britannico tenta di attaccarlo all’esterno ma Tsunoda difende la posizione e vince.
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Certo, una rondine non dovrebbe fare primavera. Ma nel suo caso basta e avanza. Il giapponese del team Jenzer si gode la promozione in Formula 2. Come l’anno prima, le prime gare raccontano di un potenziale elevato non sempre realizzato. Va forte in qualifica, in gara va a punti solo due volte nelle prime otto gare, ma sono due podi in altrettante Feature Race.
Insegue la prima vittoria fino a Silverstone, alla Sprint Race su un tracciato che ha fatto la storia. Deve buona parte del risultato, va detto, all’incidente tra Mick Schumacher e Robert Shwartzman alla curva 6 a sei giri dalla fine.
Tra i momenti da ricordare c’è senza dubbio il test sull’Alpha Tauri del 2018 a Imola ai primi di novembre. “Mi sorprende quanto sia fisicamente duro guidare queste macchine” spiega il giapponese, consapevole di aver bisogno di un intenso allenamento in vista della stagione 2021.
L’ultima gara di questa stagione hanno un’importanza doppia. Tsunoda inizia ad Abu Dhabi sapendo di doversi conquistare la Super Licenza, che vuol dire mettersi nelle condizioni di competere per il volante in Formula 1. E completa il suo weekend più completo di tutta la stagione. Centra una pole position, la terza vittoria stagionale nella Feature Race e il settimo podio nella Sprint Race. E così sprinta, e va veloce verso la Formula 1.
Tsunoda, che in Spagna aveva attaccato via radio gli ingegneri, ha un’agenda fitta di impegni decisa da Franz Tost, quando non è impegnato nelle gare. Riunioni tecniche dalle 9 alle 11, poi un’ora di inglese e altre riunioni tecniche nel pomeriggio.
Se potesse, oggi il giapponese chiederebbe un superpotere: il teletrasporto. “Mi risparmierei un sacco di noie con documenti, protocolli di sicurezza e spostamenti aerei” ha detto, come riporta la Gazzetta dello Sport. Ma non gli servirebbe a far meglio in pista.
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