Capita sempre più spesso che i pedoni siano distratti dallo smartphone mettendo a rischio se stessi e gli automobiliti. Il “Terzo Occhio”, pensato da un designer asiatico può essere provvidenziale.
Lo smartphone è ormai diventato uno strumento indispensabile per molti di noi, al punto tale da non riuscire a separarsene nemmeno quando ci troviamo in macchina o attraversiamo la strada. In questi casi, però, il rischio distrazione può essere dietro l’angolo e diventa indispensabile usarlo con la massima accortezza. Un giovane designer di origine sudcoreano ha così deciso di realizzare un dispositivo che potrebbe rivelarsi provvidenziale nel prevenire eventuali incidenti che hanno per protagonisti pedoni disattenti.
Il giovane ha così realizzato un un bulbo oculare robotico che può essere posizionato sopra la fronte e che può operare nel momento in cui gli occhi di chi lo indossa sono troppo presi dal dispositivo mobile. Il nome con cui è stato ribattezzato non è casuale: “Third Eye“, ovvero “Terzo Occhio”.
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Stop alle distrazioni da smartphone in strada: come funziona “Third Eye”
Il funzionamento di “Third Eye” è puttosto semplice. Questo innovativo accessorio è infatti in grado di emettere un segnale acustico nel momento in cui chi lo sta utilizzando si trova a uno o due metri da un ostacolo. Il dispositivo riesce a rilevarne la presenza tramite un sensore giroscopico che riesce a misurare l’angolo obliquo del collo dell’utente e a un un sensore a ultrasuoni che può calcolare la distanza tra l’occhio robotico ed eventuali ostacoli.
Il ragazzo ha voluto però sottolineare come la sua invenzione debba spingerci a riflettere sul nostro modo di agire. Ormai troppo spesso, infatti, finiamo per essere coinvolti dallo smartphone e perdere di vista tutto il resto. “Le persone dovrebbero riconoscere quanto sia grave la loro dipendenza dai gadget e riescano così a modificare il loro comportamento“. A questo ha poi aggiunto una battuta ironica ma non troppo: “L’occhio in più sarà necessario in futuro, visto che non riusciamo a togliere gli occhi dallo smartphone“.