Carlos Sainz felice di essere in Ferrari, scuderia storica della F1 e dal passato vincente. Il pilota racconta che è il coronamento di un sogno.
Procede bene l’ambientamento di Carlos Sainz in Ferrari, che ha riposto fiducia in lui dopo la decisione di scaricare Sebastian Vettel. I risultati finora sono buoni, considerando il solo giorno e mezzo di test pre-campionato.
Era difficile pensare che potesse arrivare e battere Charles Leclerc, che è al terzo anno con il team. Comunque non è distante in termini prestazionali e con il tempo può giocarsela maggiormente. A Monaco nel weekend il ritmo dei due era simile, poi il monegasco non ha potuto partire e il figlio d’arte ha chiuso secondo.
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Sainz su Leclerc-Norris e l’arrivo in Ferrari
Sainz in un’intervista concessa a Sky Sport F1 ha risposto in merito alle differenze tra Leclerc e Lando Norris, suo ex compagno di squadra: «Sono tantissime. Ma alla fine quello che conta è che sono entrambi due bravi ragazzi, belle persone con le quali ti trovi bene immediatamente. Sono diversi in tante cose e simili in quelle importanti. È differente l’approccio al weekend, lo stile di guida e anche l’approccio con il team. Hanno modi diversi di lavorare e fare le cose, però arrivano a un punto molto simile. Con Charles ho varie cose in comune, parliamo molto e mi trovo bene con lui».
Ovviamente il pilota madrileno ha realizzato un sogno approdando in Ferrari: «Ce l’avevo da quando ero piccolissimo – racconta – e credo che tutti a casa abbiano avuto una macchinina rossa per giocare. Quindi direi da sempre, ma quando nel 2005 ho conosciuto Schumacher a Barcellona e sono stato con Jean Todt ho capito perché era speciale la Ferrari. Difficile spiegare, è la storia. Ogni pilota vorrebbe guidare almeno una volta per questa scuderia».
A Carlos viene domandato anche quale fu la sua reazione quando venne chiamato da Mattia Binotto per trasferirsi nella squadra di Maranello: «È stato un processo più lungo di una chiamata. Ci sono sempre un rapporto, una conversazione e uno scambio di idee. È molto più complesso di una telefonata. Comunque la prima volta che ho capito che avevo l’opportunità di venire in Ferrari è stata una giornata speciale».