Ogni curva del GP Monaco racconta una storia e permette di entrare nel folclore di Montecarlo, nella leggenda della Formula 1
Un viaggio lungo 3,3 chilometri per le stradine di Montecarlo. E’ il segreto del GP Monaco, dove ogni curva racconta una storia, ogni vittoria è un esercizio di destrezza da completare per sottrazione.
Il giro di pista inizia lungo il Boulevard Albert 1er. La prima curva è la Sainte Devote, la Santa Devota. E’ la patrona di Montecarlo, a cui è dedicata la chiesa che si intravede oltre la linea del traguardo. La santa si celebra ogni 26 e 27 gennaio, con una processione e una delle manifestazioni più sentite nel Principato.
Secondo la leggenda, Devota sarebbe una giovane cristiana nata in Corsica, martire durante l’impero di Diocleziano nei primi anni del terzo secolo dopo Cristo. Il governatore romano aveva ordinato di bruciarne il corpo ma dei fedeli cristiani riescono a trafugare le spoglie e a mettere il corpo su una barca diretta in Africa, sperando così di poterle dare una sepoltura cristiana. La nave finisce in mezzo a una tempesta. Ma il viaggio, anche grazie a un intervento soprannaturale della futura santa, è terminato senza danni nel porto di Monaco.
Il Beau Rivage (“Bella riva”), rettilineo lungo la Avenue d’Ostende in leggera salita, immette in una curva a sinistra, intitolata a Jules Massenet. Si tratta di un florido compositore francese, autore di opere liriche caratterizzate da affascinanti ambientazioni e asciutto rigore musicale. Nel repertorio dei teatri d’opera moderni restano soprattutto due delle sue 25 opere liriche, Werther e Manon (ispirato al Manon Lescaut dell’Abbé Prevost). Un personaggio con cui si è cimentato anche Puccini, secondo alcuni allievo dello stesso Massenet.
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GP Monaco, dalla mitica Loews al tunnel
La successiva curva Casinò ha bisogno di poche spiegazioni quanto all’origine del nome, che deriva da una delle innegabili attrazioni di Montecarlo. Ma il Gran Casinò non è l’unico luogo dedicato al gioco d’azzardo che affaccia sul circuito. Dopo il Mirabeau, infatti, i piloti affrontano la curva oggi nota come tornante Fairmont.
E’ “la” curva che racchiude lo spirito del tracciato, un tornante a gomito in cui i piloti rallentano fino a scendere sotto i 50 chilometri orari. Dal 2010 prende il nome dal Grand Hotel che la sovrasta. Ma prima era conosciuta come curva della stazione o curva Loews, come ricorda la copertina dell’ultimo numero di Autosprint che gioca nel titolo con una hit della musica pop: “Loews is in the air”.
Celebre e molto richiesta la camera numero 3002, la Suite Senna, trasformata in un piccolo museo con le foto del pilota e il casco con cui il brasiliano vinse qui per la prima volta nel 1987.
Il successivo Mirabeau basso immette nella curva del Portiere, il Portier appunto, dove Senna terminò la sua gara nel 1988 dopo l’errore più bruciante di tutta la sua carriera. Il nome di questa curva ha che fare con l’albergo adiacente, su quel punto infatti affaccia l’ingresso interno.
Sotto gli alberghi di Monaco passa anche il tunnel, che di fatto è un curvone a destra ad ampio raggio che anticipa la chicane del Porto. Siamo appunto vicino al porto, nei pressi dell’hotel Port Palace Monaco e del Miramar Monaco.
Dalle Piscine al traguardo, le ultime curve
Un breve rettilineo conduce alla curva del Tabaccaio. Si chiama così perché in origine proprio su quel punto della strada affacciava un “sali e tabacchi”. Oggi c’è una pizzeria, ma il nome della curva non è cambiato.
Si vola poi verso una doppia chicane. La prima è la curva Chiron, dedicata all’unico monegasco ad aver vinto il gran premio qui. Era il 1931, vinse con una Bugatti che nel 2016 avrebbe creato una supercar a lui intitolata. Proprio a Chiron, Leclerc ha dedicato il casco che porta in pista nel 2021.
Leclerc è andato a sbattere in qualifica nella successiva chicane, la destra-sinistra delle Piscine che costeggia il Rainier III Nautical Stadium.
I piloti affrontano poi la Rascasse, lo Scorfano, nome del ristorante costruito nel 1973, e l’ultima curva, il Virage Antony Noghes. Un omaggio a un commerciante di tabacchi entrato nella storia. Fu lui a organizzare la prima edizione del GP di Monaco.