Talento precoce, El Diablo ha una storia per ogni tatuaggio. E’ francese, parla spagnolo, pensa in italiano visti i nonni siciliani. Tutte le curiosità su Fabio Quartararo.
Ha radici siciliane e una miriade di tatuaggi. Lo chiamano El Diablo, ma è più veloce che diabolico. Fabio Quartararo è stato il più giovane a conquistare la pole in MotoGP nel 2019. Dopo i 192 punti conquistati, ha aperto il 2020 con la sua prima vittoria in classe regina. Nessun francese aveva più conquistato un successo dal 1999, dai tempi di Regis Laconi in 500. Se fosse un giornalista, ha detto al Corriere della Sera prima del suo primo trionfo, scriverebbe di essere un fuoriclasse.
Tuttavia, nel corso della scorsa stagione, ai due successi nelle prime due gare hanno fatto seguito quattro pole e solo un altro primo posto, in Catalogna. Ha chiuso perciò il Mondiale all’ottavo posto, con 127 punti.
Il 2021 lo vede in sella alla Yamaha del team ufficiale, al posto di Valentino Rossi. Come nel 2020, l’inizio di stagione si rivela scintillante. Quinto posto in Qatar poi due vittorie consecutive: nel secondo appuntamento di fila a Losail e a Portimao, dove ha firmato anche la pole position.
Leggi anche – MotoGP Jerez, griglia di partenza: Quartararo batte Morbidelli, male Rossi
Quartararo ha origini italiane
I bisnonni di Quartararo, ancora senza accento sulla o, hanno lasciato Palermo e Calatafimi su una nave diretta a Tunisi per lavorare in una filiale locale della Banca d’Italia.
Suo nonno, tornitore, è scappato in Francia dopo la dichiarazione d’indipendenza del ’58. Qui è nato Etienne, il padre di Fabio, buon pilota di moto che ha aperto un negozio di ferramenta a Nizza e incontrato Martine Adamo. Martine ha genitori siciliani, che vivevano nello stesso quartiere di Tunisi dei Quartararo. Etienne e Martine si sposano e hanno due figli. “Anthony” ha detto il padre, “dopo la prima caduta in moto è arrivato da me in lacrime e mi ha detto: Mai più. Fabio ha fatto un giro di pista, è caduto e in lacrime mi ha detto: Ancora“. El Diablo è nato così.
Leggi anche – MotoGP, Melandri punta su Quartararo: “E’ lui il pilota da battere”
La Moto 3 ha cambiato regole per lui
Quartararo è sempre stato decisamente precoce. Nel 2013, alla prima stagione nel Campeonato de España de Velocidad (CEV), vince il titolo nella categoria Moto3. A 14 anni e 221 giorni, diventa il più giovane campione di sempre nel CEV. E completa un risultato non proprio usuale. Per avere un’idea, al primo anno in CEV Marc Marquez chiuse ottavo.
Nel 2015 arriva in Moto 3 con la Honda del team Estrella Galicia 0.0 grazie a un cambiamento del regolamento introdotto quell’anno, di fatto pensato per lui. Da quell’anno, infatti, i vincitori del CEV possono entrare in Moto3 anche prima di aver compiuto 16 anni, che è l’età minima per la categoria. E dunque Quartararo non deve aspettare il 16mo compleanno ad aprile, e il quarto gran premio della stagione, per debuttare nel Mondiale.
Chiude la stagione al decimo posto, frenato da un incidente a Misano, ma è notevole il secondo posto ad Assen. Passa al team Leopard sulla KTM nel 2016, ma la sua stella si appanna e non sale mai sul podio in tutto il Mondiale. Tuttavia, sale di categoria nel 2017. passa in Moto2 con la Kalex del team Pons. L’effetto è positivo per metà: è spesso velocissimo in prova, ma in gare non va oltre il sesto posto.
Leggi anche – Quartararo, vittoria speciale nel GP Doha: “Sostituire Rossi dà pressione”
Quartararo e l’incontro con Luca Boscoscuro
Ma c’è chi continua a credere in lui. E’ Luca Boscoscuro, ex pilota veneto che ha creato la scuderia Speed UP in Moto2. “L’ho voluto fortemente – ha detto l’anno scorso in un’intervista pubblicata su Moto.it – perché ero certo del suo talento. Per molti lui era soltanto un bluff perché veniva da due stagioni mediocri dopo un esordio col botto. Altro che bluff! Certo, andava curato, bisognava ricaricargli le batterie. Chi lo gestiva non aveva capito che gli occorreva stabilità“.
La scommessa paga. Alla settima gara, a Barcellona, arrivano pole e vittoria. Poi il secondo posto in Olanda e in Giappone, poi cancellato per la pressione irregolare delle gomme. Chiude decimo, ma è pronto per il salto in MotoGP.
Il debutto in MotoGP
“E’ stato entusiasmante vivere il debutto di Fabio in MotoGP” ha detto il capo tecnico Diego Gubellini a Giovanni Zamagni per Moto.it. “Lui è partito con grande umiltà: è molto giovane, aveva 19 anni quando ha fatto i primi test. E’ partito ascoltando al massimo quello che gli veniva chiesto dalla squadra: questo gli ha tolto pressione nell’affrontare la nuova sfida. Come tutti quelli forti, nella sua testa l’obiettivo è sempre stato chiaro: vincere“. Completa il suo primo Mondiale in MotoGp con sei pole e il quinto posto in classifica. E’ il miglior esordiente della stagione.
Leggi anche – Quartararo, van der Poel lo imita: l’esultanza alla Terreno Adriatico
I tatuaggi di Quartararo
Non è un segreto che gli piacciano i tatuaggi. “Ognuno ha un significato” ha detto al Corriere della Sera. “Quello di alcuni, come la scritta “schhhhhh” su un dito, non lo svelo. Sul braccio destro, invece, ho un’opera d’arte in evoluzione: per ora ci sono una tigre, una rosa e Notre Dame, la cattedrale ferita“.
Per difendere l’integrità di questa complessa opera d’arte, lo scorso giugno ha chiesto ai medici che dovevano operarlo per una sindrome compartimentale di spostare il punto del taglio, e di conseguenza della cicatrice che sarebbe rimasta dopo l’operazione. Anche da questi particolari, si giudica il Fabio ragazzo, specchio del Quartararo pilota.
Leggi anche – Quartararo avverte Vinales: “Una rivalità come quella con Valentino Rossi”
Quartararo: un nome, tre lingue
“Quando mi è stata offerta una Yamaha, in un team importante come Petronas, ho capito che non potevo fallire. Ma ho affrontato questa avventura così come mi ha insegnato mio padre: con naturalezza, pensando prima di tutto a divertirmi” ha detto a Repubblica.
E’ figlio di questo tempo, di appartenenze fluide e confini da rinegoziare, ha aggiunto nella stessa intervista. “Sono francese, preferisco parlare in spagnolo, penso in italiano. E mi piace viaggiare. Correre, vivere: sono solo un ragazzo“.