Da qualche settimane si parla di portare la Formula 1 le gare della Nascar sugli stessi circuiti americani, un’idea che piace a Bubba Wallace, ma che viene bocciata da altri
Tutti vogliono la Formula 1: da diverso tempo si parla di organizzare altri eventi insieme ai gran premi del massimo campionato automobilistico. Qualche tempo fa si era parlato di un possibile progetto comune tra Formula 1 e Formula E, per lo meno su alcuni circuiti. Ma la proposta per ora rimane tale.
Il mese scorso la stessa ipotesi è stata avanzata per la Nascar, uno dei campionati in assoluto più amati dai fan statunitensi, un’idea che è stata non solo apprezzata ma addirittura caldeggiata da Bubba Wallace, fuoriclasse della Nascar Cup Series che aveva auspicato che i due progetti potessero sposarsi su tutti i circuiti americani. Anche in considerazione del recente annuncio di un Gran Premio a Miami, all’Hard Rock Stadium, per i prossimi dieci anni. Ma non tutti i colleghi di Wallace sembrano essere d’accordo. Tra questi un altro pilota particolarmente influente come Dale Earnhardt Junior.
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Dale Earnhardt JR, che si è ritirato nel 2018 ma continua a correre a livello amatoriale in XFinity Series e JR Motorsport, ha commentato durante la trasmissione SportsCenter il tweet di Wallace che auspicava le gare di Nascar e Formula 1 nello stesso week-end e sullo stesso circuito ha risposto… “anche no”.
“L’idea sarà anche molto solida da un punto di vista di marketing e commerciale – ha detto il pilota – ma sappiamo che la F1 vuole dividere il suo evento con chiunque, così come Nascar non ama l’idea di essere il secondo violino di nessuno. Sono due campionati splendidi, autonomi e fortemente individuali. Farli coesistere credo non convenga a nessuno e sia semplicemente una prospettiva impossibile. Meglio concentrarsi sulle cose che si possono fare”.
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Nessuna polemica tuttavia, anzi. Earnhardt, che lo scorso anno è stato lo starter della Daytona 500, continua a nutrire grande ammirazione per Bubba Wallace al quale ha dedicato parole importanti: “Gli sono molto grato perché senza di lui non potremmo avere quella leadership e quella visibilità che è fondamentale per il nostro sport. La sua battaglia per il Black Lives Matter è non solo condivisibile ma da sostenere con forza. Ascoltarlo mi è servito molto per capire altri punti di vita e fare la mia parte per un cambiamento. Tutto quello che voglio è che le cose migliorino e siano più eque per tutti”
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