Nel 1964, Walt Disney contribuì al lancio della Fiat 850 con una storia promozionale su Topolino ambientata alle Olimpiadi di Tokyo.
La scelta del testimonial per il lancio di un nuovo modello di auto è sempre decisiva. Serve una figura in linea con lo spirito del brand e della nuova auto, che sappia incarnare il messaggio da trasmettere. Ma allo stesso tempo un testimonial si può scegliere per sfruttare il suo potere di suggestione verso il pubblico e aprire nuovi orizzonti.
E’ questa la strategia della Fiat nel 1964 per il lancio della 850. Il piano di marketing, come rivela un saggio nella monografia “Cars & Strips” dell’Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile, si presentava già moderno.
La campagna promozionale per la Fiat 850 non coinvolgeva, infatti, solo i potenziali clienti, ovvero i padri e le madri di famiglia. Ma lavorava anche sui bambini, in due modi. La Mercury, un’azienda torinese, mette in commercio un modello in scala 1:43 in contemporanea con il lancio, grazie alla partnership con Fiat che le ha inviato i disegni in anticipo.
Poi la rivista a fumetti Topolino, la più amata d’Italia, pubblica una storia dallo spirito dichiaratamente promozionale. Le intenzioni sono chiare già dal titolo: “Mago Merlino presenta: Paperino e la 850“. E’ disegnata da Giovan Battista Carpi e sceneggiata da Rodolfo Cimino. Ci guadagnano tutti. La Fiat promuove la nuova auto, Walt Disney alimenta l’attesa per l’uscita del film “La spada nella roccia”.
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Si tratta di una storia a puntate, dieci per l’esattezza, pubblicate dal 14 agosto all’11 ottobre 1964. La serie termina in concomitanza delle Olimpiadi di Tokyo, e proprio i Giochi rappresentano l’ambientazione della storia.
La trama è avvincente. Zio Paperone ordina a Paperino e ai nipotini Qui Quo e Qua di portare a Tokyo un super-gas per alimentare il braciere olimpico. Il quartetto viaggia sulla Fiat 850 e attraversa tutto il mondo. Partono curiosamente da Parigi, attraversano la Scandinavia e la Lapponia, già allora scelta come meta per testare le nuove auto in condizioni estreme.
I quattro sulla Fiat 850 ottengono anche l’aiuto di Mago Merlino e del Gufo Anacleto che li proteggono dai tentativi della Banda Bassotti di rubare il gas. Attraversano la Germania, l’Austria, passano per Milano, Roma e Napoli. Si imbarcano per l’Africa, dove incontrano personaggi che sembrano usciti dalle strisce di fumetti anni Trenta. Ovvero un capo tribù che appende motori e volanti come trofei e predoni che bevono l’acqua dei radiatori.
Come previsto, il viaggio di Paperino e dei nipoti sulla Fiat 850 si conclude con un lieto fine. Come sottolineano gli autori del saggio Riccardo Daglia e Aldo Zana, non è casuale la scelta di Paperino, che normalmente guida una non certo affidabile 313. Si tratta, infatti, di un personaggio che suscitava simpatia, allora come oggi. Un uomo comune capace di imprese straordinarie. In fin dei conti, concludono, “il prototipo dell’italiano medio, perfetto cliente per la nuova Fiat 850″.
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