La ferrari al GP Bahrain ha mostrato miglioramenti rispetto alla scorsa stagione che inducono all’ottimismo. Il lavoro è solo iniziato
Un sesto posto a 59 secondi da Lewis Hamilton può essere una buona notizia. Lo è per la Ferrari e per Charles Leclerc. In Bahrain, infatti, l’anno scorso il monegasco chiudeva nono e doppiato, staccato di oltre un minuto e mezzo. Recuperare una parte consistente del gap è sicuramente un buon dato da cui partire. E’ la certezza che la strada presa porta nella giusta direzione.
Certo non deve trasformarsi nella convinzione che il traguardo sia vicino o facile da raggiungere. Ma il comportamento in pista della SF21 per tutto il weekend ha dato segnali incoraggianti.
Va detto, soprattutto in qualifica. In gara infatti son diventate più chiare le ragioni dell’azzardo di qualificarsi per la Q3 con le gomme rosse, le soft. La Ferrari non aveva il passo per stare sul podio, o per lottare per arrivarci. Meglio provare a partire il più avanti possibile, su un circuito in cui la posizione in griglia conta e tanto per il risultato finale.
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Il resto l’hanno fatto Leclerc e Sainz. Il monegasco ha anche provato all’inizio a difendersi da un Norris cresciuto e di molto nel finale. Ha dovuto cedere anche il posto in top-5 difeso con decisione per il ritorno di Perez su una Red Bull dal motore dal motore decisamente superiore sul dritto. Un team che, con due punte vere, può davvero pensare di invertire le gerarchie della Formula 1 ibrida.
Comprensibile anche la soddisfazione di Carlos Sainz, 96mo pilota nella storia della Ferrari in Formula 1. L’emozione dell’esordio, forse, o la non totale sicurezza al volante di una monoposto che ha guidato per un giorno e mezzo, si traducono in una partenza rivedibile.
Sainz però è animale da gara, e in gara sorpassa Alonso e Vettel con due dei sorpassi più belli del gran premio. Sorpassi che dimostrano come la SF21 sia più efficiente, incontri meno resistenza nell’attraversamento dell’aria. Dunque può tentare anche soluzioni più spinte in termini di angolazione dei flap. E questo ha fatto durare di più le gomme soft a Sakhir, visto che l’asfalto è particolarmente abrasivo. E’ solo la prima tappa, ma è già cambiato molto rispetto al 2021.
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