GP Bahrain, la guida al circuito di Sakhir, uno dei primi “tilkodromi”. La storia, il layout e le sollecitazioni su gomme e freni. Infine, i numeri e le curiosità
La Formula 1 riparte da Sakhir. Il circuito del Bahrain, voluto dal principe Salman bin Hamad Al Khalifa e completato nel 2004, è costato circa 150 milioni di dollari. Il progetto è dell’architetto tedesco Hermann Tilke che aveva già realizzato il tracciato di Sepang in Malesia. E sarebbe poi diventato il punto di riferimento per tutti i circuiti moderni della Formula 1.
Costruito a pochi chilometri dalla Manama, ha avviato la catena dei cosiddetti “tilkodromi”, circuiti caratterizzati da lunghi rettilinei e curvoni a raggio variabile, su piste larghissime e con generose vie di fuga. Circuiti che riducono i rischi per i piloti, ma senza azzerarli come dimostra il rogo di Grosjean l’anno scorso, e favoriscono le riprese televisive. Questi tracciati nuovi e piatti come un aeroporto rendono bene in tv, ma secondo Jackie Stewart rappresentano un privilegio per i piloti che non pagano dazio in caso di errori.
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GP Bahrain, la guida al circuito
Vediamo il layout del circuito. Dopo la partenza, il tracciato si apre con la più dura delle otto frenate che i piloti devono affrontare. Come spiegano i tecnici Brembo, le monoposto iniziano la frenata a 337 km/h e scendono a 83 km/h in soli 122 metri.
Dopo la curva 2 i piloti affrontano la curva 3, a destra, e chiudono il primo settore percorrendo la 4 in cui con le vetture più scariche di quest’anno possono più facilmente perdere trazione in uscita.
Come da tradizione dei tilkodromi non mancano le successioni di curve concatenate. In Bahrain se ne affronta una dalla cinque alla sette, un tratto che premia le vetture più reattive all’anteriore nell’impostazione della traiettoria ottimale.
Non semplice il successivo tornante (curva 8) che apre alla discesa che immette alla 9. Qui la trazione diventa un fattore chiave per non trovarsi in difficoltà nell’impostazione della frenata della curva 10, dura e decisa. Bloccare le ruote anteriori, con le gomme fredde o in battaglia durante la gara, è facile.
I piloti percorrono poi il rettilineo opposto a quello di partenza e arrivo che si conclude con la terza frenata dura del tracciato (curva 11). Poi i piloti veleggiano agevolmente fino alla 13, che prelude all’ultimo rettilineo del circuito. Superata la 14, ultima curva del tracciato, ci si avvia verso il traguardo. Per questo, la traiettoria in uscita dopo la frenata conclusiva è ottimale. Arrivando larghi, infatti, anche su un circuito che “perdona” gli errori, si perde molta velocità sul rettilineo finale.
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La scelta delle gomme Pirelli
Il gran premio si disputa alle 18 ora locale, con la pista più fredda e le luci artificiali. Condizioni che influiscono sulla tenuta delle gomme anche perché l’asfalto è particolarmente abrasivo.
Sakhir, spiegano i tecnici Pirelli, è un tracciato di media difficoltà per le monoposto che enfatizza soprattutto trazione e frenata rispetto ai carichi laterali.
Il fornitore ufficiale ha confermato le mescole del 2020: C2 come White hard, C3 come Yellow medium e C4 come Red soft. Tuttavia, rispetto a un anno fa, le gomme hanno caratteristiche diverse per adattarsi al nuovo regolamento e a vetture con meno downforce, per cui ad esempio è possibile ridurre la pressione di 1,5 psi davanti e di 2 dietro.
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Il GP Bahrain dal punto di vista dei freni
Secondo i tecnici Brembo il Bahrain International Circuit rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. Gli ingegneri inseriscono i tracciati in una scala che va da 1, il più basso, a 5, il più alto, dal punto di vista delle sollecitazioni all’impianto frenante. Sakhir è a livello 4 come Monza, Spa-Francorchamps, Baku e Sochi.
Rispetto all’anno scorso, quando il GP Bahrain si è disputato a novembre, le alte temperature renderanno più difficile dissipare il calore sviluppato in frenata dalle monoposto. Da un lato per le caratteristiche del circuito, dall’altro per il maggiore grip meccanico che le monoposto ricercano vista la riduzione del carico imposto dal regolamento.
I piloti, spiegano i tecnici Brembo, utilizzano i freni 8 volte per complessivi 15 secondi e 8 decimi. Oltre alla prima curva, le altre due staccate impegnative arrivano alle curve 8 e 10, dove l’impiego supera complessivamente i 2,7 secondi.
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Numeri e statistiche
Dal 2004, prima edizione del GP Bahrain, qui si sono disputati 17 gran premi considerato il back to back dell’anno scorso su due configurazioni diverse del tracciato di Sakhir.
Otto piloti hanno vinto qui almeno una volta. Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, con quattro successi a testa, guidano questa graduatoria. Dal punto di vista dei team, è la Ferrari il team più vincente in Bahrain con sei successi all’attivo. Ha ottenuto anche tre doppiette, una in più di quelle della Mercedes.
Quest’anno, poi, sono in griglia tutti i tre piloti che hanno ottenuto successi consecutivi in Bahrain, ovvero Hamilton, Vettel e Fernando Alonso. Lo spagnolo si è imposto nel 2010, nella sua prima gara in Ferrari, con un vantaggio sul secondo di 16,099 secondi: è il margine più ampio nella storia del gran premio.
Diciannove, invece, i piloti sul podio almeno una volta al Bahrain International Circuit. Nove i piazzamenti in top-3 di Hamilton, uno in più di Kimi Raikkonen.
Al GP Bahrain partire davanti conta moltissimo. Sette volte ha vinto un pilota partito in pole infatti, e nessuno si è mai imposto scattando più dietro della seconda fila. Al GP Sakhir 2020, invece, su una configurazione estremamente più corta e velocissima, di fatto un triangolo, Perez vinse partendo quinto.