Auto, in calo la produzione mondiale: record negativo di veicoli nel 2020. Complessivamente ne sono stati fabbricati 78 milioni, con un meno 16% rispetto al 2019
La pandemia colpisce duro tutto il sistema economico internazionale. Il settore dell’Automotive e più in generale dei motori, non fa eccezione e si trova a fare i conti con un calo di produzione davvero importante. Globalmente nel 2020 sono stati realizzati 78 milioni di veicoli, includendo auto, bus e camion, facendo registrare un calo del 16%. I dati, riportati da AlVolante, sono il frutto dell’analisi OICA (Organizzazione internazionale dei costruttori di veicoli a motore). Questa contrazione ha riportato valori negativi che non si registravano addirittura dal 2010, facendo piombare l’intero settore nella sua “peggiore crisi di sempre“. A sottolinearlo è il presidente dell’OICA, Fu Bingfeng.
Andando a scorporare i dati possiamo notare come il Europa il calo della produzione è stato del 21%, mentre in Nord America la diminuzione si è attestata attorno al 20% e in Sud America al 30%.
Più contenuto il problema in Asia, che rappresenta la metà del mercato mondiale, con una differenza del 10% rispetto al 2019.
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Auto, in calo la produzione mondiale: si salva solo l’Asia
Chi è riuscito a limitare i danni è il mercato cinese, con un calo della produzione solo del 2%, frutto di una buona ripresa dopo l’iniziale crollo. Avendo iniziato prima il confronto con la pandemia, la Repubblica Popolare è riuscita a rialzarsi nella seconda metà del 2020.
Come sottolineato dai dati dell’OICA, il Covid ha cancellato la crescita che si era verificata negli ultimi 10 anni, riportando tutto ai riferimenti del 2010.
Guardando l’aspetto delle consegne globali, il 2020 ha fatto segnare un -12%, con una flessione più contenuta rispetto alla produzione. Gli ultimi mesi dello scorso anno hanno permesso di superare il brutto colpo imposto dai lockdown generalizzati di marzo e aprile. Il mercato internazionale ha offerto però livelli profondamente diversi, passando da un meno 20 o 30% in molti contesti occidentali, addirittura al +6% della Corea del Sud.
Il minimo comun denominatore è la svolta verso l’elettrico che ormai accomuna tutte le case produttrici e le scelte dei vari Paesi.