Nonostante il blocco alla circolazione e la diminuzione del numero di incidenti, l’RC auto ha registrato un calo troppo poco rilevante: a metterlo in evidenza è l’Unione Nazionale Consumatori.
Le misure restrittive introdotte sin dall’inizio della pandemia hanno contribuito a ridurre gli spostamenti in auto, ma questa situazione non è stata accompagnata in modo uniforme da una diminuzione dei prezzi dell’RC auto. A metterlo in evidenza è uno studio realizzato dall‘Unione Nazionale dei Consumatori, volto a sottolineare le variazioni dei prezzi proposti dalle diverse compagnie durante la pandemia. La ricerca ha effettuato un confronto con i costi registrati da Istat a febbraio 2020, il mese precedente all’avvento del lockdown e ai blocchi alla circolazione.
A livello nazionale si è registrato un calo medio nelle assicurazioni pari allo 0,9%:
-0,9% quelle connesse all’abitazione, -0,2% salute, -1% mezzi di
trasporto. Ma ci sono realtà in cui le disuguaglianze appaiono evidenti: c’è infatti una differenza pari al 19,1% tra la città peggiore (Grosseto) e la migliore (Gorizia).
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A livello nazionale l’RC auto ha registrato una diminuzione pari all’1%, decisamente troppo poco per chi in questi mesi ha dovuto convivere con difficoltà importanti legate alla perdita o alla diminuzione di lavoro. Questo, infatti, equivale a meno di 6 euro (5,98 euro). L’Unione Nazionale Consumatori, che vigila sulle situazioni che non funzionano nel nostro Paese e che finiscono per danneggiare i cittadini, non ha voluto restare in silenzio, ma ha sottolineato quanto questo sia inaccettabile: “Secondo l’Ivass il ribasso avrebbe dovuto essere almeno di 70 euro, in relazione al calo dei sinistri del 35%. Questa riduzione è quindi vergognosa – sono le parole del presidente Massimiliano Dona -. Anzi, in alcune città ci sono stati addirittura dei rialzi, anche astronomici“.
A riscontrare la situazione peggiore sono i residenti di Grosseto, dove le assicurazioni hanno registrato una crescita del 9,9%, seguita da Trento (+ 5,3%) e Terni (+4,3%). Al contrario, la diminuzione maggiore si è verificata a Gorizia (-9,2%), seguita da Treviso ( -6,5%) e Avellino (-6,4%).
L’associazione non si ritiene comunque soddisfatta nemmeno delle realtà in cui i prezzi sono effettivamente diminuiti, decisamente troppo lievi rispetto al blocco degli spostamenti. Dona ha così sottolineato cosa si sarebbe aspettato: “Se prendiamo in considerazione il primo lockdown, dal 10 marzo al 17 maggio 2020, il premio avrebbe dovuto calare del 18,9%“.
Per quanto riguarda i capoluogh di regionei, gli aumenti maggiori si sono verificati Potenza (quarta con +4,2%), Torino (sesta con +3,9%), Perugia (dodicesima con +1,5%), Genova (quattordicesima con +1,4%). Più virtuose, invece, Bologna (al quarto posto con -5,5%), Roma (quinta con -5,3%) e Palermo (sesto posto con -5%).
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