Bridgestone, in chiusura la fabbrica di Bethune in Francia

Bridgestone, chiude una delle fabbriche più importanti: il motivo è strettamente legato alla crisi economica legata al Covid. Prosegue la politica di riduzione dei costi

Bridgestone
Bridgestone, chiude una delle fabbriche più importanti: il motivo (Foto: Getty)

La crisi economica internazionale non risparmia nessuno. Anche i grossi marchi sono costretti a proseguire in una politica di riduzione dei costi che va avanti da circa un anno. Tra questi rientra anche il principale produttore di pneumatici Bridgestone. Il colosso giapponese – come si legge su PneusNews – potrebbe chiudere la sua fabbrica di Bethune, in Francia, alla fine di aprile. Il tutto dopo aver ottenuto l’approvazione del governo transalpino e dei dipendenti francesi.

La prevista chiusura dell’impianto, annunciata lo scorso settembre, è stata approvata martedì dalle autorità locali. Gli 860 dipendenti della fabbrica saranno trasferiti in altri snodi produttivi e logistica dell’azienda in Francia o riceveranno aiuto per trovare un nuovo lavoro. Bethune è uno dei centri storici della Bridgestone in Europa, operativo dal 1961 e con oltre 17.000 pneumatici prodotti quotidianamente.

LEGGI ANCHE >>> Pneumatici, cambia l’etichetta: le novità 2021 e cosa controllare

Bridgestone, chiude una delle fabbriche più importanti: il motivo

Bridgestone pneumatici
Bridgestone, chiude la fabbrica di Bethune: prosegue la riduzione dei costi (Foto: Getty)

Nell’ultimo periodo, oltre alla crisi economica per il Covid, la Bridgestone aveva dovuto fare i conti con una crescente concorrenza, proveniente soprattutto dalla Cina. La chiusura del centro di Bethune rientra anche in quest’ottica e nel tentativo di concentrarsi solo su alcune fette specifiche del mercato europeo.

Il governo francese aveva chiesto una revoca della chiusura, suggerendo al produttore di fare degli sforzi, magari riducendo il personale o producendo pneumatici di valore superiore. Dal canto loro, però, i giapponesi non hanno accolto l’appello, rimanendo fermi nella loro decisione. Il secondo produttore al mondo di coperture, per numero di vendite, prevede di tagliare il 40% delle sue 160 basi in tutto il mondo entro la fine del 2023.

 

Change privacy settings
×