Immatricolazioni Auto in ribasso a febbraio 2021: i dati in Europa

I dati sulle immatricolazioni delle Auto continuano ad essere in ribasso in tutta Europa anche nel mese di febbraio 2021

Immatricolazioni Auto
Immatricolazioni Auto (Getty Images)

Le immatricolazioni dell’Auto nell’Unione Europea, in Gran Bretagna e nei Paesi Efta, hanno registrato un nuovo calo nel mese di febbraio; ancora in picchiata il mercato dei veicoli, quindi, con un -20,3% rispetto a 12 mesi fa. E’ quanto riportano i dati Acea che svelano come vi siano state 850.170 immatricolazioni che hanno portato ad un totale di 1.693.059 vetture nei primi due mesi, per un crollo del 23,1% totale.

Dati negativi in tutti i principali mercati del Vecchio Continente, con l’Italia unica a registrare un segno negativo contenuto (-12,3%), seguita a ruota da Germania e Francia, rispettivamente -19 e -20,9%. Decisamente più allarmante la situazione per quanto riguarda il Regno Unito e la Spagna che rivelano cali di oltre il 35%. E’ tutta l’Europa in affanno, sofferente, ma non mancano le “isole felici”, rappresentate in questo caso dai Svezia e Norvegia; nei due Paesi scandinavi, tra i pochi ad adottare restrizioni leggere anti-Covid, segno addirittura positivo, con – rispettivamente – il +5,3% ed il +3,3%.

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Immatricolazioni Auto: lo studio del Csp

Immatricolazioni Auto
Immatricolazioni Auto (Getty Images)

Il Centro Studi Promoter ha evidenziato come l’Italia abbia fin qui contenuto le perdite per merito degli incentivi inseriti dal governo nella Legge di Bilancio. Questi, però, si stanno esaurendo; al momento restano a disposizione 54,8 milioni “e, considerata la media delle prenotazioni, i fondi saranno disponibili fino alla fine di marzo“.

Il Csp ha evidenziato come nei Paesi europei vi sia stata una crescita di immatricolazioni di vetture plug-in o elettriche. In questo campo, però, l’Italia è all’ultimo posto, come evidenziato dal presidente dell’Unrae Michele Crisci. Nel nostro Paese solo una quota del 5,8% a febbraio, numeri ben lontani da quelli di Germania (20,7%) e Francia (13,2%). “Il comparto auto aziendali può rappresentare una crescita alla diffusione dell’elettrico; al momento è fermo al 36%, mente nel resto d’Europa si è anche superiori al 50%“. Crisci, però, individua anche le problematiche italiane. “Rischiamo di essere anche in futuro fanalini di coda se non si allinea a quella delle altre nazioni la fiscalità di questo comparto“.

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