É trascorso mezzo secolo da quando la Lamborghini Countach venne presentata al Salone di Ginevra: una macchina rivoluzionaria, ancora oggi una delle più amate tra i fan del toro
Era l’11 marzo 1971 e al Salone automobilistico di Ginevra tutti parlavano della nuova creatura Lamborghini. Anche se ancora nessuno aveva capito come si pronunciasse quella parola, Countach. Né che cosa significasse.
Countach, lo si seppe qualche tempo dopo perché per un bel po’ perché la Lamborghini si divertì a mantenere un certo mistero, è una esclamazione in piemontese che sta a indicare sorpresa. Un po’ come dire, accidenti…
La macchina fin dalla sua prima uscita ufficiale conquistò tutti: “Perché era cattiva” dirà qualche anno dopo commentando una delle sue creature più riuscite Bertone, che la volle disegnata con pochi tratti taglienti e aggressivi.
Ore 10 del mattino e una Lamborghini Countach LP 500 giallo fa la sua comparsa di fronte ai flash impazziti dei fotografi. Sguardi stupidi ed esclamazioni entusiastiche. La cosa curiosa fu che la Countach non fu presentata allo stand della Lamborghini, ma della Bertone: perché la casa automobilistica aveva disegnato tutto il progetto espositivo intorno alla Miura SV.
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La macchina si rivelò uno straordinario successo. In Lamborghini si trovarono a dover affrontare una richiesta straordinaria e inattesa e in fabbrica fioccarono gli ordini. Non erano anni facili. C’erano molte tensioni in fabbrica e la macchina venne letteralmente nascosta.
La LP112, questa la denominazione industriale del progetto dove LP stava per “Longitudinale Posteriore” e 12 (uno stava a indicare il primo progetto) erano i cilindri del bolide, cambia completamente i progetti della casa di Ferruccio Lamborghini.
Tutti indicano in Bertone in persona il designer dell’auto. In realtà pare che il leggendario carrozziere abbia aggiunto un paio di note distintive: ma il disegno originale era di Marcello Gandini.
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Un’altra curiosità è il gran segreto che la Lamborghini riuscì a garantire al suoi gioiello. La macchina era troppo riconoscibile: ed era il periodo in cui tutti i giornali specializzati andavano a caccia di prototipi. Per chiunque fotografasse la nuova Lamborghini in una prova su strada c’era un bel premio in denaro. La leggenda racconta che il prototipo sia stato nascoso in una fattoria nei pressi di Grugliasco, in provincia di Torino. La macchina non aveva ancora un nome.
Pare che un contadino che non era al corrente del segreto nascosto in granaio la vide e abbia esclamato… “Countach!”. E Gandini decise che questo sarebbe stato il nome della macchina. Convincendo anche Nuccio Bertone, Ferruccio Lamborghini e l’ingegner Paolo Stanzani che era al vertice del progetto.
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Dal 1974 al 1990 furono prodotte 1.999 Countach in cinque diverse serie. Un modello che spopolà tra film e telefilm e che fu riprodotto in migliaia di poster che tappezzarono le camere di giovanissimi appassionati. Ma fu anche l’auto che rese la Lamborghini un marchio di enorme successo commerciale nel mondo, in un momento molto difficile da un punto di vista industriale e commerciale. Tra crisi e austerity.
Fu anche la prima auto stradale ad avere un telaio in fibra di carbonio.
Difficile dire quante Countach siano ancora in circolazione, molte sono oggetto di collezione e tenute come investimento più che per divertimento. Probabilmente duecento. Una valutazione approssimativa le vede in vendita dai 350mila euro in su.
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