La scheda tecnica della Ferrari SF21, la monoposto di Leclerc e Sainz per il 2021. I cambiamenti più evidenti nella zona del posteriore. Le novità
“Non ho mai passato tanto tempo per sviluppare la vettura come lo scorso inverno” ha detto Charles Leclerc. Le parole del monegasco confermano l’attenzione della Ferrari per la realizzazione della SF21, la monoposto per il Mondiale 2021 di Formula 1.
E’ identificata con la sigla 673, perché la 672 è la F1 a effetto suolo per il 2022 a cui però il team ha iniziato a lavorare da prima. Il nuovo regolamento tecnico, infatti, era previsto per il 2021.
Leclerc ha sottolineato il suo desiderio di migliorare nella gestione delle gomme. E’ questo uno degli aspetti su cui tutto il team si è concentrato di più. I due gettoni di sviluppo spesi hanno permesso di ridisegnare completamente il posteriore con l’obiettivo di mantenere il livello di efficienza aerodinamica recuperando il carico verticale attraverso una migliore gestione dei flussi.
Anche all’anteriore qualche innovazione c’è, soprattutto nel disegno del condotto d’aria delle prese dei freni. Gli ingegneri infatti hanno rivisto tutta la geometria della sospensione anteriore, nell’ottica di un più efficiente soffiaggio dell’aria.
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Nell’ottica del miglioramento nella gestione delle gomme di cui parlava Leclerc, la Ferrari ha ridisegnato le paratie dell’ala anteriore. Le nuove mescole Pirelli, infatti, sono più rigide e la deviazione dei flussi all’esterno delle ruote sarà un fattore decisivo.
Contrariamente ai rivali come Mercedes o Red Bull, la Ferrari ha mantenuto il muso largo. Una scelta condivisa con Haas e Williams.
La zona dei bargeboard, le appendici aerodinamiche dietro le ruote anteriori, ha subito inevitabili modifiche legate al nuovo regolamento tecnico per il 2021. A queste si aggiungono i quattro deviatori di flusso per spostare l’aria verso l’esterno.
Un altro degli elementi innovativi riguarda la dimensione e la curvatura delle bocche dei radiatori. Il regolamento 2021 della Formula 1, infatti, ha imposto un taglio triangolare al fondo delle vetture al posteriore. Il recupero del grip, ovvero dell’aderenza al suolo, si ottiene cercando di sfruttare al massimo il cosiddetto effetto Coanda. E’ quella particolare proprietà dei fluidi viscosi, e di conseguenza anche dei flussi d’aria, di seguire il contorno di una superficie vicina.
L’effetto Coanda è utilizzato nella progettazione delle ali degli aerei e anche di quei particolari arriccia-capelli che modellano lo stile solo attraverso il flusso d’aria. Gli ingegneri puntano allora a veicolare i gas di scarico verso il fondo della vettura, indirizzandoli attraverso l’interazione con la carrozzeria. Angolazione e posizione dei punti di contatto determinano il flusso dei gas di scarico.
La deviazione dell’aria calda verso la coda è uno dei punti di chiave, ed è stato anche uno dei freni maggiori della Ferrari l’anno scorso.
Cambia anche l’airbox. Evidente il ritorno a una presa triangolare con due “orecchie”, come nella SF71H. Inoltre, come accennato anche nel video di presentazione, è completamente rinnovata la scatola della trasmissione, più stretta e con il differenziale sollevato.
Di conseguenza, gli ingegneri hanno modificato anche le sospensioni posteriori, giudicate instabili da Vettel e Leclerc la scorsa stagione. Il posteriore è più sottile e rastremato, anche nella zona del cofano motore Enrico Gualtieri e il suo team hanno ridotto le dimensioni del turbo, inseguito una maggiore efficienza del sistema ibrido, modificato l’intercooler. Si stima un guadagno in termini di potenza di circa 30 cavalli.
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