La pandemia ha causato un danno gravissimo nei conti economici di Liberty Media, il braccio commerciale della Formula 1
Un vero e proprio annus orribilis, non soltanto per la Formula 1 ma anche per Liberty Media, il colosso commerciale che si occupa della vendita dei diritti del campionato automobilistico più importante del mondo.
Il quadro economico è stato reso drammatico dalla pandemia. Che ha seriamente colpito la società anche in tutte le sue altre attività, dagli introiti degli Atlanta Braves a quelli del colosso Live Nation che si occupa della realizzazione di concerti e spettacoli dal vivo. Ma la Formula 1 è probabilmente il business nella quale Liberty Media ha perso di più.
Si parla di una flessione del 44% nei ricavi tra il 2019 e il 2020, una sostanziale perdita di 386 milioni di dollari tra mancati introiti e spese generali per la produzione degli spettacoli televisivi che a questo punto finiranno sul conto economico delle dieci scuderie.
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Greg Maffei, presidente e amministratore delegato della società americana, si dice tuttavia fiducioso che le cose possano cambiare in questo 2020. “Cerchiamo di ripartire guardando al prodotto – dice Maffei – è assolutamente eccellenza. Anche se gli introiti sono diminuiti il bilancio della Formula 1 è sano, quello della società così come quello dei team. Quindi non sono davvero preoccupato. A questo punto si tratta soltanto di ripartire con il nostro business cercando di puntare molto non solo sui diritti televisivi ma anche su tutti le altre voci di bilancio, a cominciare dal pubblico”.
Maffei aspetta solo che si riaprano botteghini e cancelli: “Con la fine del Covid riavremo il nostro pubblico – dice il presidente di Liberty Media – dobbiamo prepararci al meglio per assicurarci di trarne il giusto vantaggio quando i mercati riapriranno”.
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La ripresa tuttavia sarà graduale: “Dovremo lavorare su piccoli numeri inizialmente – conclude Maffei – sono ottimista perché guardo al futuro con la fiducia di chi è sicuro che questo momento drammatico finirà. Nel 2021 i conti non potranno di nuovo essere al 100%, ma saranno migliori. Il calendario offre 23 tappe, ed è competitivo”. Maffei offre una chiave di lettura interessante: “Il Covid ci ha dato una scossa, ci dà un avvertimento molto serio sul come un business di successo può essere messo in difficoltà”.
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