Storia del semaforo. La strada fino al brevetto di Garrett Morgan nel 1923, il primo modello brevettato in Italia. Il percorso verso un’invenzione rivoluzionaria
”Da oggi entrano in vigore le nuove disposizioni sulla circolazione dei veicoli e dei pedoni stabilite dal regolamento di Polizia Urbana“. Così il primo aprile del 1925 i cittadini di Milano vengono a sapere che devono cambiare le proprie abitudini in auto e a piedi sulle strade della città. Tra le novità, spicca il semaforo all’incrocio di Piazza Duomo-Orefici. E’ il primo in Italia.
Il nome deriva dal greco, significa portatore di messaggi. In quella prima versione non è ancora come lo conosciamo oggi. Intanto le luci sono invertite, rosso sotto e verde sopra, e lo sarà fino al 1960. Poi c’è anche una luce bianca, che si combina con le altre per portare altri messaggi, come il momento degli attraversamenti pedonali.
Alla prima versione del semaforo si è arrivati dopo una lunga serie di esperimenti, fino al brevetto definitivo di Garrett Morgan, figlio di uno schiavo. La storia del semaforo inizia nel 1868 a Londra. La prima iniziativa è di un ingegnere di Nottingham, John Peake Knigh, che si occupa di segnaletica ferroviaria. Ed è proprio al sistema utilizzato per governare l’andamento dei treni che si ispira Knigh.
Nel 1919 Earnest Sirrine ha sperimentato un nuovo sistema a Chicago. Si basa su due bracci a croce, con le scritte “stop” e “proceed”. Ma non sono illuminate, quindi non funziona di notte.
Il primo step verso il semaforo elettrico è del 1912. Lo realizza un agente di polizia di Salt Lake City, Lester Farnsworth Wire. Buca una scatola di legno su ogni lato, vi inserisce due lampadine e dipinge i bulbi di rosso e verde. Poi monta la scatola su un palo e la collega ai fili elettrici della città.
Il primo vero semaforo elettrico dista due anni. Lo inventa James Hoge, lo montano a Cleveland. Ha solo due luci: rossa e verde. Otto anni dopo a Detroit William Potts, agente di polizia anche lui, aggiunge il giallo. Inventa la versione del semaforo totalmente automatico, ma incredibilmente non fa domanda di brevetto. Peraltro come tutti i predecessori.
Nel 1923, i semafori elettrici sono già comparsi sulla Fifth Avenue a New York, e a Parigi. Quell’anno, cambia tutto.
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Semaforo, il brevetto di Garrett Morgan
Garrett Morgan, figlio di uno schiavo, brevetta il semaforo con un nuovo design a forma di T. E’ il settimo di undici figli cresciuto a Paris, nel Kentucky. Si trasferisce a Cleveland, acquista un’auto e si confronta con i problemi del traffico. Un giorno, assiste a un’incidente fra un’automobile e una carrozza. E capisce che i semafori con due sole posizioni non basta, ne serve una terza per favorire i pedoni che devono attraversare la strada.
Il suo semaforo ottiene il brevetto numero 1.475.024 negli USA, viene brevettato poi anche in Canada e Gran Bretagna.
Morgan è un pioniere dei temi della sicurezza, Nel 1914 aveva anche brevettato una maschera anti-gas che nel 1916 salvò la vita di molte persone durante l’esplosione nel traforo sotterraneo del lago Erie.
Nel percorso per la sicurezza sulle strade, il 1961 è un anno chiave. Il desiderio di Morgan di garantire una maggiore protezione a chi deve attraversare la strada a piedi si traduce a Berlino nel primo semaforo per passaggi pedonali. Il primo Ampelmännchen (l’omino dei semafori), compare per la prima volta tra Unter den Linden e a Friedrichstrasse. Da lì, conquista tutta la Germania.