Ferrari, dal 2023 il Cavallino torna in corsa alla 24 Ore di Le Mans per la vittoria assoluta. La storia dei nove precedenti successi
Nel 2019, Alessandro Pier Guidi, James Calado e Daniel Serra hanno centrato una vittoria di classe alla 24 Ore di Le Mans. Il successo numero 36 del Cavallino nella corsa più affascinante del mondo è arrivato a settant’anni dal primo dei nove trionfi assoluti per la casa di Maranello.
Il primo, infatti, è arrivato nel 1949 grazie a Peter Mitchell-Thompson e Luigi Chinetti che ne ha ricavato anche una grande promozione personale e professionale. Ex meccanico all’Alfa Romeo, diventerà il principale importatore della Ferrari nel nord degli Stati Uniti. Amico di Enzo Ferrari, ha anche scoperto talenti come Phil Hill, Dan Gurney, Richie Ginther o i fratelli messicani Pedro e Ricardo Rodriguez.
Il secondo successo matura nel 1954. Al volante di una 375 Plus ci sono José Froilan Gonzales, autore della prima pole e della prima vittoria in F1 della Ferrari al GP Gran Bretagna 1951, e Maurice Trintignant. Zio dell’attore Jean-Louis, Trintignant è il primo pilota francese ad aver conquistato un gran premio in Formula 1.
Un’altra icona del Cavallino ha contribuito alla terza affermazione, nel 1958. Si tratta di Phil Hill, in coppia con il belga Olivier Gendebien.
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Ferrari alla 24 Ore di Le Mans, gli anni ’60
Negli anni, il belga rinforza la sua fama di formidabile pilota nelle gare sport-prototipi di tutti i tempi. Ha vinto quattro edizioni della 24 Ore di Le Mans, tutte al volante di una Ferrari.
I gloriosi anni Sessanta culminano nella sfida alla Ford, molto romanzata nel film “Le Mans ’66”. La Ferrari ci arriva dopo una striscia di sei trionfi di fila iniziata con il successo del 1960 di Gendebien e Paul Frere.
Sempre Gendebien vince nei due anni successiva, ma in coppia con Phill Hill. Una delle più iconiche affermazioni resta quella del 1963. Perché la Ferrari trionfa con due piloti italiani, Ludovico Scarfiotti e Lorenzo Bandini che morirà in un incidente durante il gran premio di Montecarlo di Formula 1 nel 1967.
Un altro pilota italiano, il “preside volante” Nino Vaccarella – soprannominato ‘il preside volante’ trionfa nel 1964 con Jean Guichet. Vaccarella, che preside lo è davvero a Palermo, è l’ultimo italiano a vincere la 24 Ore su una Ferrari.
Corre l’edizione 1964 con una 275 P2, che sfida le Ford GT40 capaci di raggiungere una velocità di punta superiore a 300 km/h sul rettilineo delle Hunaudières. Oggi sarebbe normale, allora è strabiliante. Ma non basta per battere le Ferrari. Il Cavallino schiera la 330 P di John Surtees e della NART, la GT40 di Phil Hill e la 275 P2 che del lotto di testa è la macchina meno potente. E’ alimentata infatti da V12 da 3.300 centimetri cubi. Vaccarella e Guichet, però, in pista non sbagliano nulla.
L’elenco di successi assoluti del Cavallino si ferma al 1965, al trionfo targato Jochen Rindt e Masten Gregory. Da allora, dopo la grande sfida del 1966, la Ferrari ha gareggiato solo per le vittorie di classe. Ma tutto potrebbe cambiare nel 2023, centenario della corsa e momento designato per il grande ritorno del Cavallino alla 24 Ore.