In Germania il mondo accademico contro la Cancelliera Merkel: “Le auto elettriche non risolvono il problema emissioni”
Emissioni CO2, inquinamento e sostenibilità. L’impatto delle auto elettriche su questi tre temi correlati e centrali è all’ordine del giorno. Da un lato c’è chi dà per scontato che le vetture ecologiche possano essere una soluzione (se non “la” soluzione) al problema emissioni. Dall’altro c’è chi antepone verifiche materiali e “fact checking” per dare valore scientifico ai dati sulle emissioni.
Intanto il dibattito prosegue, con una frangia ormai sempre più numerosa di “scettici“. Ad esempio i manager di Tavares, Toyota, e il CEO di Bosch, Volkmar Denner. A questi si aggiungono un gruppo di scienziati tedeschi, molto critici contro le politiche della cancelliera Merkel. Il capo del governo tedesco ha supportato fortemente la transizione della mobilità a batteria, con enormi investimenti e politiche restrittive. Adesso, oltre 60 accademici di varia fama e professionisti del settore, hanno inviato una lettera alla cancelliera.
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Auto elettriche ed emissioni, gli scienziati si “ribellano” alla Merkel
La comunicazione, con il professor Thomas Villner dell’Università di scienze applicate di Amburgo primo firmatario, invoca una maggiore apertura ad altre tecnologie per la lotta alle emissioni di CO2. Sono state proposte rivalutazioni di biocombustibili e dei carburanti sintetici. Il succo della questione è che la politica non conosce l’effettiva quantità di CO2 immessa nel ciclo di vita delle auto elettriche. Una questione, secondo gli scienziati, che non può essere secondaria.
In sostanza si ipotizza che il consumo di elettricità maggiore non aiuti affatto le emissioni, anzi. Una strada per una riduzione concreta sarebbe, al contrario, diminuire soprattutto i consumi elettrici. Tra le “righe” della lettera, si punta su come l’emotività sia diventata propulsore di molte leggi sul tema della nuova mobilità. Argomenti come la riduzione del gas serra, ad esempio, finiscono in secondo piano perché si punta “senza se e senza ma” a seguire un solo percorso che sembra essere esente da qualsiasi controindicazione. E quindi un impatto “sopravvalutato” della mobilità elettrica, il cui contributo concreto in termini di inquinamento sarebbe tutto da verificare.