Daniel Ricciardo racconta la sua prima esperienza all’interno della McLaren e le solite difficoltà per conformare un sedile adatto alle sue misure
“Hips don’t lie” cantava Shakira: i fianchi non mentono. Era una canzone sulla sensualità delle donne e su come questa si manifesta attraverso la danza. La cosa in realtà con Daniel Riccardo non c’entra molto. Ma con i fianchi, in realtà, il pilota australiano ha un rapporto un po’ conflittuale e divertente. Che è emerso nel corso di una breve intervista al termine delle sue prime prove ufficiali con la nuova McLaren.
“Ci sono atleti che devono combattere per tutta la vita con il peso – dice Ricciardo –non è il mio caso anche se a tavola devo continuare a stare molto attento perché basta poco per appesantirsi e per far pagare qualche joule alla macchina. In realtà il mio problema sono i fianchi. I miei sono larghi, ho un’ossatura massiccia e questo mi ha creato non pochi problemi tutte le volte che dovevo entrare all’interno di una monoposto”.
Per Ricciardo, i primi giorni di ambientamento in McLaren, significano soprattutto prendere confidenza con la nuova MCL35M: “Tutte le volte che devo calarmi in una nuova monoposto mi creo qualche problema e cerco di capire come mi accoglierà, se sarà una fatica, doloroso o cosa. Anche stavolta ci sarà un po’ di lavoro da fare. In scuderia erano stati molto attenti, avevano preso tutte le misure nel modo migliore. Poi però, al momento di calarmi all’interno della vettura, le cose non sono andate nel modo migliore. Il posto di guida, per il momento, mi sta ancora un po’ stretto… Ma è questione di poco tempo e tutto andrà posto”.
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La questione riguarda soprattutto il sedile: “Ci sono due misure fondamentali per qualsiasi pilota – spiega Ricciardo – uno è quella che definiamo chiglia, il nido all’interno del quale è ritagliato il posto di guida. Se una persona è fisicamente davvero molto imponente possono esserci dei problemi. Nel mio caso, sarà da adattare solo il sedile. Sono riuscito a entrare e a sedermi. Mi sono subito sentito a mio agio. Ho dato le prime indicazioni ai tecnici per cercare di conformare la seduta nel modo migliore. Sono certo che già dalla prossima uscita le cose andranno molto meglio…”
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Ricciardo ammette che da quando entrato a far parte del mondo della Formula 1 le difficoltà per lui, e i suoi fianchi, di entrare all’interno della monoposto sono aumentate: “Con il passare degli anni tutte le scuderie cercano sempre di lavorare sul peso e sulle dimensioni, riducendo chili e centimetri e questo finisce per trasformare il posto di guida in un ambiente sempre più stretto e quanto più compatto possibile”.
La palestra in questo caso non serve e non basta: “I miei fianchi mi hanno sempre creato qualche problema e sono un fattore limitante. Ai miei tecnici chiedo soltanto, nei limiti del possibile, di entrare nella monoposto e di consentirmi le manovre necessarie per pilotare al meglio la macchina. Ai ragazzi della McLaren garantisco che se perderemo qualche cosina, anche un centesimo di secondo in aereodinamica, cercherò di guadagnarmelo in pista con la guida è l’atteggiamento”.
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