Elon Musk aveva promesso che una Tesla si sarebbe potuta presto acquistare in Bitcoin. Ma c’è chi ha fatto prima, pagando una Ferrari in criptovaluta
La Tesla non è soltanto una casa automobilistica. La galassia del fondatore Elon Musk non si ferma alle auto, ma comprende anche la prima compagnia privata ad aver portato astronauti sulla stazione spaziale internazionale.
Quello che ruota intorno al visionario Musk è un mondo inter-connesso e iper-connesso, un vero e proprio universo tecnologico che negli ultimi tempi ha abbracciato la cripto-valuta. Il fondatore di Tesla, infatti, ha dichiarato che presto le sue auto elettriche si potranno pagare anche in Bitcoin.
Gli analisti si dividono. C’è chi la ritiene una mossa utile, come Tasha Keeney di Ark Invest, convinto che possa portare a una globale espansione del brand. Altri, come Michael Burry che ha previsto il crollo del mercato immobiliare nel 2007, sostengono che sarebbe solo uno strumento di distrazione. Un modo per distogliere l’attenzione dai problemi di qualità delle Model 3 prodotte in Cina.
In ogni caso, un’auto è stata effettivamente acquistata in Bitcoin lo scorso gennaio. Ma non è una Tesla. E’ una Ferrari 360 Modena, pagata l’equivalente di 76 mila euro in cripto-valuta da un giovane di Padova che da tempo investe in Bitcoin.
Leggi anche – Musk e la svolta Bitcoin: Tesla sarà la prima ad accettarli per pagamenti
L’operazione è stata gestita attraverso tinkl.it, una piattaforma che processa i pagamenti in Bitcoin collegata al sito di exchange The Rock Trading. L’ad della compagnia, Daniele Pregnolato, ha spiegato al Sole 24 Ore come si è sviluppata la procedura che ha consentito all’utente di completare il pagamento dal suo wallet digitale, al cambio odierno della cripto-valuta. Terminati i controlli, è partito un bonifico da 76 mila euro al venditore.
Nello spazio di un quarto d’ora, dunque, l’acquisto è stato confermato. Prima di ufficializzare la transizione, ha spiegato ancora Pregnolato, la sua società ha controllato tutta la blockchain del compratore. Ovvero, ha ricostruito le origini del denaro speso per acquistare la Ferrari. Se anche una parte di quei 76 mila euro accumulati in Bitcoin fosse stata il risultato di attività illecite, la transazione sarebbe stata immediatamente bloccata.
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