MotoGP, Suzuki fissa l’obiettivo: l’ambizione di Sahara

Shinichi Sahara, project leader di Suzuki, parla del motomondiale: dagli obiettivi del team alla sostituzione di Brivio

Sahara
Sahara (Getty Images)

Hanno perso Davide Brivio, passato in Formula 1, ma la Suzuki ha ritrovato la voglia di vincere. Dopo il successo dello scorso anno, il team di Hamamatsu ci ha preso gusto e vuole continuare. Lo dice senza nascondersi Shinichi Sahara, project leader della Suzuki, componente del gruppo dei 7 a cui sono state affidate le funzioni fino allo scorso anno svolte dal manager italiano. Un’assenza che si farà sentire ma che non cambia gli obiettivi della moto campione del mondo.

A poco più di un mese dal via del motomondiale 2021, Sahara in una video-conference racconta le ambizioni della casa nipponica: “Abbiamo lo stesso obiettivo di sempre: vincere. Vincere il titolo piloti, squadre e team rappresenta la grande sfida e questo ci dà una pressione in più“.

MotoGP, Sahara: “Suzuki da migliorare in qualifica”

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Sahara (Getty Images)

Una pressione da affrontare senza Brivio, uno degli artefici del successo dello scorso anno. Il manager giapponese non nasconde che “mancherà” ma guarda avanti: “La sua assenza non mi preoccupa – afferma –. Il team manager è un ruolo che tocca molti aspetti e non c’è uno preciso in cui la sua mancanza si farà sentire di più“. Una partenza che sarà compensata dal lavoro di gruppo, anche se la soluzione potrebbe essere anche provvisoria: “Non lo so se il comitato di 7 è qualcosa di duraturo o no. Non escludo l’ingresso di una persona dall’esterno come team manager in futuro, ma potremmo anche promuovere una figura intera“.

Tutto ancora da decidere, mentre non ci sono dubbi su ambizioni e obiettivi per il 2021: “Dobbiamo fare meglio nelle qualifiche, dobbiamo centrare più spesso prima e seconda fila – spiega Sahara – ma non pensare soltanto al giro secco. Non so se la Suzuki è la moto migliore: si può sempre migliorare ed è quello che vogliamo fare“. Obiettivo stabilito, ora tutti in pista e chissà se con il numero 1 sulla carena della moto di Mir: “Sarebbe bello” dice il manager, ma a decidere sarà il campione del mondo.

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