Jeep ha scelto Bruce Srpingsteen per la colonna sonora di “The Middle”, video profondo sull’idea di USA. Previsto un solo passaggio in tv, durante il Superbowl
Una cappella in Kansas, nel centro esatto degli Stati Uniti continentali. Centro fisico e insieme simbolico, meta di passaggio e riflessione, è al centro dell’evocativo video “The Middle”, clip di due minuti che Jeep ha realizzato per il Superbowl, l’evento dell’anno nel football americano e nello sport mondiale.
Il video, disponibile anche sui canali social del brand, è impreziosito dalla colonna sonora di Bruce Springsteen che in passato ha partecipato anche all’altrettanto celebre concerto dell’intervallo durante il Superbowl.
Il video porta un messaggio di unione, la cappella nel centro degli USA è sintesi e metafora di un luogo di passaggio e di incontro. Il centro però è sempre meno frequentato. Vincono gli estremismi e le camere dell’eco che alimentano le paure, nel costante dibattito sul punto in cui fissare il confine tra la sicurezza e la libertà.
“Abbiamo bisogno di incontrarci al centro. Dobbiamo solo ricordare che il terreno comune è la terra stessa su cui camminiamo per poterlo raggiungere” recita la voce nel video, “e c’è speranza sulla strada… davanti a noi”.
Un messaggio molto springsteeniano. La rockstar, nella stagione dell’edonismo reaganiano e di un ottimismo rampante, cantava infatti in “Thunder road”: “Queste due corsie possono portarci ovunque”.
Questa speranza c’è ancora, anche se ad alimentarla non è tanto il disagio o la facile convinzione che la felicità sia in un posto raggiungibile al termine di un viaggio on the road.
La incarna, nel video, una Jeep CJ5, uno dei modelli storici di Jeep. La prima versione, del 1944, si può considerare l’adattamento commerciale di uno dei veicoli più in voga nell’esercito USA.
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Per il video, che sarà trasmesso in tv una volta sola durante il Super Bowl, Springsteen ha lavorato a stretto contatto con il regista Thom Zimny. The Middle ha l’obiettivo da un lato di comunicare una presa di posizione forte sull’America di oggi e di domani, sul post-trumpismo. Un messaggio in piena sintonia con la figura del nuovo presidente Joe Biden e con le parole della giovane poetessa Amanda Gorman, star della cerimonia di insediamento, che reciterà una sua composizione originale anche nel pre-gara.
Springsteen ha raccontato un messaggio universale. Tutta la sua musica è un inno all’incontro, alla ricerca dell’altro in ogni sua forma. E sarebbe facile, forse semplicistico, farlo risalire agli effetti della depressione e dell’alcoolismo di suo padre che stendeva un muro d’ombre intorno a questo bisogno di incontro e di reciproca comprensione (“My father’s house” resta uno dei suoi gioielli meno noti e più evocativi).
Per la creazione di questo doppio messaggio, ha detto Olivier François, Global Chief Marketing Officer di Stellantis, Bruce Springsteen è stato determinante. “Le sue esperienze e la sua visione sono state spesso chiamate a colmare divari – ha spiegato -. Oggi, un messaggio simile sembra essere più necessario che mai”.
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