Formula 1, Claire Williams recrimina: “Troppe cattiverie sul mio conto”. La figlia dello storico fondatore della scuderia inglese accusata per la sua gestione
La Williams ha ricoperto nel corso degli ultimi decenni sempre un ruolo di primo piano nel mondo della Formula 1. Dai mondiali conquistati negli anni ’90, fino ai bei piazzamenti all’inizio dell’era ibrida con Bottas e Massa. Dopo averla fondata e guidata ai massimi livelli per oltre trent’anni, Sir Frank ha lasciato nel 2014 lo scettro alla figlia, Claire Williams. Per sei anni, fino allo scorso settembre nel GP di Monza, la figlia d’arte ha capitanato il team di Grove, fra alti e bassi culminati con lo zero in classifica dello scorso campionato. Un’onta difficile da cancellare proprio prima del passaggio di consegne al fondo di investimento americano Dorilton Capital. Le accuse nei confronti dell’unica direttrice in rosa del mondo della F1 non sono state ben digerite dalla diretta interessata. Dall’essere considerata raccomandata e capace di ricoprire quel ruolo solo per merito del padre, fino a considerazioni negative legate al fatto di essere donna. Dopo qualche mese di silenzio, Claire ha rilasciato una lunga intervista allo Spectator, in Inghilterra.
“Su di me davvero troppe critiche ingiustificate e davvero di cattivo gusto“.
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Nella sua difesa, la figlia di Sir Frank Williams aggiunge: “Siamo riusciti a portare a casa buoni risultati nella prima parte della mia gestione. Dopo appena nove mesi dal mio arrivo, nel 2015 salivamo sul podio. Per il budget a disposizione e le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare non sono poi risultati così malvagi”.
Poi sugli insulti spiega: “Molti mi hanno preso di mira solo perchè era una donna e figlia del fondatore. Non hanno analizzato i risultati sportivi ma sono partiti da un pregiudizio. Ma non me ne sono mai curata, dovevo concentrarmi sul team e portarlo avanti. Penso che se avessi avuto più tempo e risorse economiche ci sarei riuscita. Ma nel 2020 a causa della pandemia abbiamo perso il nostro principale sponsor e questo ci ha portati alla cessione del team”.
Questa cultura misogina nel mondo della Formula 1 ha infastidito la Williams: “Ho sentito ripetere più volte che la squadra andava male sono perchè a capo c’era una donna. Mio padre non voleva neanche che entrassi in squadra, accettò con riluttanza di darmi un periodo di prova sotto pressione del capo dell’area marketing. E alla fine sono rimasta in questo team per 20 anni. Posso dire che sarei felice di lavorare in Williams altri 20 anni, anche come addetto stampa. E’ sempre stata la mia casa e non mi pento di nulla“.
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