Gli annunci di conversione all’elettrico di General Motors e Nissan avranno effetti diretti e indiretti nel mercato dell’auto.
E’ l’alba di una nuova era. I due annunci di General Motors e Nissan, tra dei più grandi gruppi dell’industria automobilistica al mondo, che hanno spiegato le intenzioni di convertirsi all’elettrico, sono destinati ad avere un enorme impatto diretto e indiretto.
General Motors ha dichiarato che entro il 2035 produrrà solo veicoli a zero emissioni. Nissan promette di diventare “carbon neutral” in tutta la sua attività. Dal 2030, punta a vendere tutti veicoli elettrificati nei mercati chiave (Giappone, USA, Europa), e insieme progetta di riconvertire tutto la filiera produttiva entro il 2050.
Due annunci forti, anche se l’orizzonte temporale può apparire lontano. Intanto, per il rispettivo peso nel mercato. Nissan forma con Renault quello che è ad oggi il terzo gruppo al mondo nella classifica dei produttori di auto, una posizione che sarà insidiata da Toyota e in futuro da Stellantis, frutto della fusione tra FCA (Fiat-Chrysler) e PSA (il gruppo Peugeot). E nel 2020 in Europa le auto elettriche e ibride plug-in hanno raggiunto una quota di mercato dell’11%.
General Motors è il quinto produttore al mondo ma il primo negli Stati Uniti. Il neo-presidente Joe Biden ha promesso nuove politiche sulle auto elettriche e di rendere a impatto zero tutta la flotta di “auto blu”. Non serve sottolineare quanto quel che accade negli USA abbia ricadute nel resto del mondo.
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I primi segnali di un cambiamento si stanno già vedendo. Ad esempio Volkswagen ha avviato la produzione della ID.3. Ford ha presentato a fine 2020 la Mustang Mach-E, il primo modello totalmente elettrico della sua storia, disponibile in Europa a partire dall’inizio di quest’anno.
Come scrive Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, lo spostamento della produzione verso le soluzioni a impatto zero porterà presumibilmente a nuove priorità negli investimenti in Borsa.
Wall Street si potrebbe spostare dalla concentrazione sulle grandi compagnie petrolifere ai marchi della filiera “green”, in cui rientrano non solo le case automobilistiche.
Di conseguenza, nel lungo periodo potrebbe cambiare lo scenario economico e politico. La conversione all’elettrico farà diminuire il fabbisogno di benzina, e dunque di petrolio. Ridurrà, con ogni probabilità, la quota di veicoli a benzina o diesel impiegati nel trasporto su gomma.
Inoltre, aggiunge Sarcina, gli effetti negli USA si vedranno anche in politica. “La lobby petrolifera è una delle più influenti del Paese. Basti pensare al peso del gruppo Koch sul partito repubblicano. Un potere che inizierà a declinare” analizza.
Infine, ci sono da considerare gli effetti sul mercato del lavoro, dai posti persi nei settori legati ai combustibili fossili alle opportunità di reclutamento e riconversione di personale. Cambieranno volto le grandi aziende e le aree di servizio sulle strade, serviranno tecnici specializzati e “benzinai 2.0” che passeranno dalle pompe alle postazioni di ricarica.
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